Il premier sloveno Janez Janša, di rientro a Lubiana dopo la maratona negoziale Ue sul Recovery Fund e il bilancio per il 2021-2027, ha fatto appello a una web tax europea, che considera come la più grande potenziale risorsa propria dell'Ue in futuro. "I sussidi" previsti dal Recovery Fund "dovranno essere rimborsati. Questo sarà uno dei principali cambiamenti emersi con la decisione presa al vertice Ue" perché "porterà ad aumentare le risorse proprie dell'Ue quando negozieremo il prossimo bilancio, un tema cruciale", ha detto Jansa.
"La crisi COVID-19 ha già aumentato significativamente i profitti dei giganti digitali" e questi profitti, "che raddoppieranno nei prossimi cinque anni, sono generati altrove senza che le siano riscosse in Europa. È come rifornire di carburante le auto senza pagare tutte le accise", ha attaccato il premier. "Quando si tratta dei giganti del web, nemmeno i Paesi da cui provengono hanno un serio controllo sui profitt", ha aggiunto, spiegando che "soltanto l’Ue è abbastanza grande e forte per risolvere questo problema e negoziare un accordo" sulla web tax "a beneficio di tutti".
Le trattative sulla web a livello dell’OCSE sono in corso da due anni per raggiungere una soluzione multilaterale entro la fine del 2020. Il 18 giugno scorso gli Usa hanno annunciato il loro temporaneo ritiro dal tavolo negoziale, congelando di fatto i colloqui. La Commissione Ue ha tuttavia riferito che se entro l’anno non si arriverà a un accordo globale, andrà avanti per realizzare una web tax europea.
Nel 2019 sono stati 7 i Paesi europei (Francia, Italia, Regno Unito, Spagna, Austria, Repubblica Ceca e Ungheria) che hanno introdotto una legge o un disegno di legge sulla tassazione digitale.
L’ultimo rapporto della Commissione Ue sulle politiche fiscali nell’Ue: https://ec.europa.eu/taxation_customs/business/company-tax/tax-good-governance/european-semester/tax-policies-european-union-survey_en
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