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I leader Ue fissano le risorse per finanziare Green Deal e digitalizzazione

I leader Ue fissano le risorse per finanziare Green Deal e digitalizzazione

All'interno del NextGenerationEu e del bilancio 2021-2027

23 luglio 2020, 22:30

Redazione ANSA

ANSACheck

I leader Ue fissano le risorse per finanziare Green Deal e digitalizzazione © ANSA/EPA

Il 30% degli oltre 1800 miliardi stanziati con il bilancio Ue 2021-2027 e con il Next Generation EU dovrà essere speso per iniziative legate alla lotta ai cambiamenti climatici. Inoltre, dal 1° gennaio dovrà essere applicata una tassa sulla plastica ed entro il primo semestre del 2021 dovranno essere presentate  proposte legislative per dotare l’Unione di una digital tax e di un meccanismo di adeguamento del prezzo del carbonio alla frontiera. Si lavorerà anche per l’estensione dell’Ets al settore marittimo e dell’aviazione. Lo hanno scritto nero su bianco i capi di Stato e di governo europei nelle conclusioni approvate al termine della maratona negoziale svoltasi a Bruxelles. 

Il bilancio Ue 2021-27 vale 1.074 miliardi di euro. A questo si aggiungono 750 miliardi di euro da Next Generation Eu (Ngeu).
L’obiettivo climatico del 30% si applicherà alle spese a carico sia del bilancio che del fondo per la ripresa e “si tradurrà in obiettivi adeguati nella legislazione settoriale”, recita il testo. Questi dovranno conformarsi entro il 2050 all'obiettivo della neutralità climatica dell'Ue e contribuire al conseguimento dei nuovi target climatici dell'Unione per il 2030 che saranno aggiornati entro fine anno al fine di conseguire una riduzione delle emissioni rispetto al 1990 del 50-55% (il precedente obiettivo si fermava al 40%).

Il Consiglio europeo ha quindi chiesto alla Commissione di stabilire “una metodologia efficace di monitoraggio della spesa per il clima e della sua efficienza, incluse la rendicontazione e misure pertinenti in caso di progressi insufficienti”, per garantire l'attuazione dell'accordo di Parigi. Il Consiglio di amministrazione della Banca Europea degli investimenti (Bei), inoltre, è stato “invitato a valutare un eventuale aumento di capitale” per rafforzare il suo contributo alle iniziative contro i cambiamenti climatici e in favore della digitalizzazione dell'economia europea.

Il documento approvato dal Consiglio stabilisce una volta per tutte i tetti di spesa dei programmi finanziati dall’Ue. Ma i criteri per la ripartizione dei fondi e altri dettagli potrebbero invece essere modificati nel dibattito sui singoli regolamenti, che inizierà a settembre e coinvolgerà Consiglio Ue, Commissione ed
Europarlamento.

Oltre al clima e all'ambiente, all’interno della strategia delineata dai leader Ue grande importanza assume l’alto pilastro del programma della Commissione Ue: la transizione digitale. Il settore viene incluso in modo trasversale in molti dei programmi Ue, dalla ricerca allo sviluppo rurale. In particolare, la rubrica su mercato unico, innovazione e agenda digitale vale 132,8 miliardi. Ne fanno parte il programma per la ricerca Orizzonte Europa per 80,9 miliardi (75,9 dal Qfp e 5 da Ngeu), lo strumento finanziario InvestEU – una frazione del quale contribuisce anche al fondo per la transizione ecologica giusta (Just Transition Fund) – per 8,8 miliardi (di cui 5,6 da Ngeu), il Meccanismo per collegare l’Europa (Connecting Europe Facility) con 28,4 miliardi a sostegno di progetti per trasporti (21,4 miliardi), energia (5,2 miliardi) e reti digitali (1,8 miliardi). E poi c’è la dotazione finanziaria specifica per il programma Europa digitale, che include il sostegno a progetti per l’Intelligenza Artificiale, la cybersicurezza e il calcolo ad alte prestazioni, e vale 6,8 miliardi. Obiettivo della rubrica, nel suo complesso, è rafforzare il mercato unico e adattarlo all'era digitale, con investimenti massicci nella connettività per spingere una rapida implementazione delle reti 5G e della fibra, la costruzione di una vera data economy, e l’avanzamento nella robotica industriale. I piani nazionali per spendere le risorse del Recovery Fund dovranno inoltre prevedere investimenti a favore del tech. Nell'assegnare i finanziamenti Ue, Bruxelles terrà conto in particolare dei progressi in questo campo. L'effettivo contributo degli Stati alla transizione verde e digitale rappresenterà una condizione preliminare ai fini di una valutazione positiva dei piani nazionali . 

La rubrica sulla coesione del bilancio Ue prevede una ‘concentrazione tematica’ su ambiente e digitale per il Fondo per lo sviluppo regionale (Fesr) nell'ambito dell'obiettivo 'Investimenti a favore dell'occupazione e della crescita' e stabilisce che almeno 500 milioni del fondo dovranno essere destinati a investimenti interregionali in materia di innovazione. Gli Stati potranno scegliere se assegnare le risorse su ambiente e digitale su base nazionale o regionale. In Paesi con una forte componente regionale, come l’Italia, la seconda ipotesi è di gran lunga la più probabile. Le regioni più sviluppate assegneranno almeno l'85% delle loro risorse totali Fesr agli obiettivi crescita intelligente e verde, e almeno il 30% alla seconda. Per le regioni in transizione le percentuali diventano 40% e 30%, per quelle meno sviluppate 25% e 30%. 

Il capitolo risorse naturali e ambiente include la Politica agricola comune, che vale 343,9 miliardi, di cui la quota "attesa" per l'azione per il clima è del 40%. Lo strumento privilegiato per la transizione ecologica e digitale (con il sostegno alla banda larga nelle campagne) è il fondo per lo sviluppo rurale, da 85,4 miliardi (di cui 7,5 da Ngeu). La rubrica finanzierà inoltre il programma LIFE, per l'ambiente e l'azione per il clima, con 4,8 miliardi, e il fondo per la transizione ecologica giusta dal valore di 17,5 miliardi (di cui 10 da Ngeu).

L'accesso al Fondo per una transizione giusta sarà limitato al 50% della dotazione nazionale per l’unico Stato membro, la Polonia, che non si è ancora impegnati a conseguire l'obiettivo di un'Ue a impatto climatico zero entro il 2050. L'altro 50% verrà reso disponibile una volta accettato tale impegno. 

Sarà introdotta e applicata a decorrere dal 1° gennaio 2021 una nuova tassa sulla plastica, basata su un contributo nazionale calcolato in base al peso dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, con un'aliquota di prelievo di 80 centesimi di euro al chilo. Nel primo semestre del 2021 la Commissione è chiamata a presentare proposte su un meccanismo di adeguamento del prezzo del carbonio alla frontiera e sulla digital tax, con introduzione prevista al più tardi entro il 1° gennaio 2023. Non ha vincoli temporali invece l’invito alla Commissione a presentare una proposta di revisione dell'Ets, con possibile estensione al trasporto aereo e marittimo

Le conclusioni del vertice Ue: https://www.consilium.europa.eu//media/45118/210720-euco-final-conclusions-it.pdf

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