Il crimine informatico quest’anno costerà al mondo 5,5 trilioni di euro, rispetto a 2,7 trilioni di euro del 2015, in parte a causa degli attacchi hacker che hanno sfruttato la crisi del coronavirus. Si tratta di una cifra più redditizia del traffico mondiale di tutte le droghe illegali messe insieme, che mette a rischio l’innovazione e gli investimenti. È quanto emerge dal rapporto ‘Cybersecurity – la nostra ancora digitale. Una prospettiva europea’ del Centro comune di Ricerca Ue (Jrc).
Il terrorismo, le minacce ibride e l'hacktivism sono le minacce più preoccupanti, indica il Jrc. In particolare, si registra un costante aumento dell'uso di malware sempre più sofisticati. Inoltre, la criticità portata dalle infastrutture 5G, dai big data, dall’Internet of Things e dalle tecnologie blockchain avrà un impatto "dirompente" sulla cybersicurezza, aumentando la vulnerabilità e l’impatto degli attacchi informatici. Per rafforzare la risposta è necessario "cambiare paradigma", aumentando la collaboazione e facendo diventare la sicurezza informatica l'elemento centrale del design digitale dei dispositivi già in partenza.
“La sicurezza informatica non è una sfida isolata e richiede un approccio olistico. Per rispondere alle minacce nuove e in evoluzione dobbiamo aumentare la nostra cyber-resilienza e lavorare insieme a tutti i livelli, dai cittadini e dalle aziende agli Stati membri. L'Europa ha le competenze per essere leader nel settore", ha commentato il commissario Ue per il Mercato Interno, Thierry Breton.
Lo studio del JRC: https://ec.europa.eu/jrc/en/publication/eur-scientific-and-technical-research-reports/cybersecurity-our-digital-anchor
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