BRUXELLES - La diffusione sempre più massiccia dell'IA "non è stata (ancora?) accompagnata da una corretta valutazione di quale sarà probabilmente l'impatto sugli individui e sulla nostra società nel suo complesso. Penso in particolare al riconoscimento facciale" di massa. Per questo, "sostengo l'idea una moratoria sul riconoscimento automatizzato delle caratteristiche umane, dei volti ma anche e soprattutto dell'andatura, delle impronte digitali, del DNA, della voce, dei tasti e altri segnali biometrici o comportamentali negli spazi pubblici in Ue". Lo chiede il garante Ue per la protezione dei dati, Wojciech Wiewiórowski, in un intervento sul suo blog a proposito del Libro bianco della Commissione Ue sull'IA e la strategia europea sui dati, pubblicati lo scorso febbraio dall'esecutivo comunitario.
Wiewiórowski fa appello affinché la Commissione Ue adotti un quadro normativo europeo per l'intelligenza artificiale valido per tutti gli Stati membri ma all'insegna dalla "prudenza". "L'intelligenza artificiale - scrive - ha i suoi rischi e non è uno strumento magico e innocuo, che guarirà il mondo in modo innocuo. Ad esempio, la rapida adozione dell'IA da parte delle pubbliche amministrazioni negli ospedali, nei servizi di pubblica utilità e nei servizi di trasporto, nelle autorità di vigilanza finanziaria e in altre aree di interesse pubblico è considerata 'essenziale' nel Libro bianco della Commissione Ue, ma riteniamo che sia necessaria la prudenza".
L'intervento integrale di Wiewiórowski sul suo blog: https://edps.europa.eu/press-publications/press-news/blog/artificial-intelligence-data-and-our-values-path-eus-digital_en?utm_source=EURACTIV&utm_campaign=52b8e0b1f9-digital_brief_COPY_01&utm_medium=email&utm_term=0_c59e2fd7a9-52b8e0b1f9-116427612
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