L’Europa deve fare dei prossimi dieci anni il suo "decennio digitale". A partire da subito. Perché "non c'è mai stato un momento migliore per investire in aziende tecnologiche europee" e perché "in gioco c’è la sovranità dell’Unione". Per questo il 20% del NextGenerationEU andrà proprio al digitale. Nelle sue parole a tutto tondo sullo Stato dell’Unione davanti al Parlamento europeo, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha tracciato la rivoluzione della politica digitale europea ponendo l’accento sulle priorità più stringenti: dati, cloud, banda larga e indipendenza Ue.
"Se vogliamo che l'Europa vada avanti e proceda spedita, dobbiamo lasciar perdere le nostre esitazioni. Occorre avere un controllo maggiore sul nostro futuro", ha scandito la presidente della Commissione. La volontà è di "guidare il cammino verso l’era digitale" con un "piano comune" che faccia "perno sui valori" e i "principi" europei. Definiti nel diritto alla privacy e alla connettività, la libertà di espressione, la libera circolazione dei dati e la cybersicurezza.
Presentando la sua visione sul futuro agli eurodeputati, von der Leyen ha delineato le tre aree su cui è più urgente agire, a partire dai dati. Nella corsa ai dati personalizzati del decennio passato, "l'Europa è stata lenta e dipende ora da altri", ha ammesso la presidente dell’esecutivo Ue, esprimendo la volontà che la storia non si ripeta con i dati industriali, un settore dove l’Europa "è all’avanguardia, ma – ha messo in guardia - la gara non è ancora vinta" perché "la realtà ci dice che l'80% dei dati industriali viene raccolto ma mai utilizzato. Si tratta di un vero spreco". Un’economia dei dati sarebbe un "volano potente per l’innovazione e l’occupazione", per questo la presidente spinge per la creazione di spazi di dati comuni, in particolare nei settori dell’energia e della sanità. Accesso sicuro e collaborazione sono le parole chiave e, per questo, ha annunciato von der Leyen, ora l’esecutivo europeo punta tutto sulla creazione di un primo cloud europeo, basato su GaiaX.
Novità sono in arrivo anche sul fronte della tecnologia e, soprattutto, dell’intelligenza artificiale. Il prossimo anno Bruxelles proporrà una vera e propria legge, ha rivelato von der Leyen, chiedendo trasparenza nel funzionamento degli algoritmi. "Gli algoritmi non devono essere una ‘scatola nera’ e devono esserci regole chiare se qualcosa non va per il verso giusto", ha detto la presidente annunciando il nuovo regolamento, aggiungendo che l’esecutivo presterà particolare attenzione al "controllo sui nostri dati personali, ad oggi ancora incompleto". A questo proposito, alla fine di questo mese, i leader Ue chiederanno alla Commissione di sviluppare un sistema pubblico di identificazione elettronica (e-ID) europea, che consentirà ai cittadini di accedere ai servizi digitali transfrontalieri. Un progetto sui cui la Commissione intende presentare presto una proposta, ha garantito von der Leyen.
La rivoluzione "veloce" può però accadere soltanto con connessioni capaci di restare "al passo". E di raggiungere anche le aree più spopolate, quelle rurali. "Se ci battiamo per un'Europa delle pari opportunità, è inaccettabile che il 40% delle persone nelle zone rurali non abbia ancora accesso a connessioni veloci a banda larga", ha attaccato von der Leyen. Occorre allora "rivitalizzarle", connetterle al resto del mondo. La ricetta è investire da subito con il sostegno del NextGenerationEU, "un'occasione unica per portare la banda larga fino all'ultimo villaggio", puntando "sull’espansione del 5G, del 6G e della fibra". Per dare il buon esempio, la Commissione Ue investirà 8 miliardi di euro nella prossima generazione di supercomputer.
The State of The Union, il discorso integrale di von der Leyen: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/SPEECH_20_1655
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