Una digitalizzazione della pubblica amministrazione"vicina alla media europea", ma un livello di diffusione tra "i più bassi d'Europa". E' la situazione delle-government in Italia descritta dalla Commissione Ue in un rapporto annuale alla cui stesura ha partecipato anche il Politecnico di Milano, che esamina valori come la trasparenza dei servizi pubblici online, la sicurezza informatica e l'ottimizzazione per i dispositivi mobili. L'Italia fa parte dei Paesi con uno "scenario di eGov non consolidato", spiega l'esecutivo Ue, sottolineando che il nostro Paese, con il 71% di digitalizzazione della P.a, "è allineato alla media europea" del 72%, mentre il livello di diffusione, fermo al 25%, è distante dal 60% medio europeo e in peggioramento (-11%) rispetto al 2018.
Nel complesso, "la fornitura digitale dei servizi pubblici è migliorata negli ultimi due anni in tutta Europa", scrive Bruxelles, evidenziando che la performance complessiva dell'Ue a 27 si attesta al 68% (+6% in due anni). L’analisi rileva che l'attenzione alla centralità del'utente finale è aumentata all'87% (+4% rispetto a due anni fa). Più di tre su quattro servizi pubblici possono essere interamente completati online (78%). Gli utenti possono trovare i servizi che stanno cercando tramite i siti web del portale il 95% delle volte e "più di tre servizi online su quattro sono oggi progettati per essere utilizzati su un dispositivo mobile". In fatto di trasparenza, si è registrato un miglioramento di 7 punti percentuali in due anni (dal 59 al 66%). Tuttavia, non è sempre chiaro come il governo elabori i dati personali: la possibilità di vedere se i propri dati sono stati utilizzati è presente nel 64% dei Paesi, quando sono stati utilizzati nel 42% e da chi solo nel 17%. Si segnalano invece "ritardi nell'adozione dell'identità elettronica", con gli utenti che possono utilizzare il proprio eID nazionale solo per la metà (57%) dei servizi che richiedono l'identificazione online. Inoltre, solo la metà (54%) dei moduli online contiene dati precompilati per facilitare il completamento. Due terzi (67%) delle organizzazioni governative consentono ai propri utenti di ricevere comunicazioni via e-mail anziché per posta. Miglioramenti sulla mobilità transfrontaliera: gli utenti che desiderano ottenere un servizio da un altro Paese europeo possono farlo nel 62% dei casi per i cittadini e nel 76% per le imprese, anche se l'accettazione transfrontaliera delle eID richiede ancora il maggior investimento da parte degli Stati membri.
A registrare le migliori performance in fatto di digitalizzazione sono le P.a di Malta (97%), Estonia (92%), Austria e Lettonia (87%).
"Dalla dichiarazione delle tasse all'apertura di conti bancari o alla domanda d'istruzione all'estero, il 78% dei servizi pubblici può ora essere completato online e semplificarci la vita. Questo deve essere accompagnato da un'identità elettronica che funzioni ovunque in Europa, proteggendo i dati dell'utente", ha sottolineato la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager. Una consultazione pubblica è aperta fino al 2 ottobre come parte del processo che porterà la Commissione Ue a presentare presto agli Stati membri una proposta per un'identità elettronica europea sicura.
Il rapporto Ue: https://ec.europa.eu/newsroom/dae/document.cfm?doc_id=69460
Le schede per ogni Paese: https://ec.europa.eu/newsroom/dae/document.cfm?doc_id=69461
La consultazione pubblica sull’identità elettronica: https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/EUDigitalIdentity2020?surveylanguage=EN
Riproduzione riservata © Copyright ANSA