"La Commissione Ue ha chiesto a Zoom le sue ultime relazioni interne sulla sicurezza e ulteriori informazioni, in particolare relative ai suoi controlli di crittografia": lo ha scritto il commissario per il Bilancio, Johannes Hahn, in risposta a un'interrogazione scritta dell'eurodeputata italiana della Lega, Mara Bizzotto, sulla sicurezza della piattaforma di videoconferenze statunitense.
Zoom è ancora utilizzata dalla Commissione per "seminari online e webinar non sensibili, principalmente per attività di sviluppo e formazione", ha rivelato Hahn, aggiungendo che l'esecutivo "dispone di un numero limitato di licenze" e "ha monitorato da vicino gli sforzi compiuti da Zoom sin dalle rivelazioni sulle debolezze legate alla privacy" emerse all'inizio di aprile 2020.
"Il contratto della Commissione con Zoom specifica che i suoi seminari online e webinar sono ospitati su server situati nell'Ue", ha sottolineato il commissario Ue, precisando che Bruxelles ha chiesto "la protezione dei dati" scambiati in Europa.
La richiesta di garanzie da parte di Bruxelles arriva in seguito alla notizia che gran parte delle attività di ricerca e sviluppo dell'azienda si svolgono in Cina, mettendo potenzialmente i dati dell'Ue a rischio di sorveglianza da parte delle autorità statali. Sono state inoltre identificate molteplici falle nella piattaforma sin dal suo rapido aumento durante la pandemia di coronavirus, inclusi i cosiddetti esempi di ‘Zoombombing’, che si riferiscono all’intrusione di troll di Internet nelle videoconferenze, nonché ad alcune violazioni dei dati, come gli account Zoom venduti sul dark web.
Lo scorso giugno il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders, in una lettera al Parlamento Ue, aveva riferito che "le istituzioni Ue sono scoraggiate dall'utilizzare Zoom fino a quando le preoccupazioni" sulla cybersicurezza e il controllo dei dati "non saranno state affrontate". Dall'inizio della pandemia ogni istituzione europea ha scelto autonomamente il proprio sistema di videoconferenza. Le linee guida ufficiali interne della Commissione Ue chiedono al proprio personale di evitare l'uso di Zoom per lavoro, consigliando invece Skype for Business per le riunioni interne e WebEx per le videoconferenze esterne. Per le videoconferenze pubbliche multilingue, la Commissione e il Parlamento Ue utilizzano la piattaforma lituana Interactio. All'inizio di quest'anno, il Ministero degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha vietato l'uso di Zoom.
La risposta di Hahn all'interrogazione di Bizzotto: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2020-003196-ASW_EN.pdf
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