"Le paure e le preoccupazioni sui campi elettromagnetici" dei cittadini "che si oppongono all'introduzione del 5G devono essere prese sul serio" e serve "un ampio dibattito inclusivo" per "creare fiducia riguardo allo sviluppo delle reti": è quanto scrivono quindici Stati membri in una lettera inviata ai vicepresidenti della Commissione Ue, Margrethe Vestager e Vera Jourova, e al commissario per il digitale, Thierry Breton. Il documento, redatto in prima battuta dalla Polonia, è stato sostenuto da Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Svezia.
I governi mettono in guardia Bruxelles riguardo l'escalation di disinformazione sugli effetti nocivi per la salute dell'esposizione al campo elettromagnetico del 5G, sfociata anche in recenti atti di vandalismo, come incendi dolosi sulle infrastrutture critiche di telecomunicazione. La tecnologia è stata al centro anche di teorie complottiste che collegano la diffusione della pandemia allo sviluppo delle reti in Europa. L'opposizione si è riunita nei gruppi Stop 5G, molto attivi sui social media, che sono riusciti nell’intento di spingere alcune autorità nazionali ad indagare sugli effetti sulla salute della tecnologia.
"È chiaro – scrivono i Paesi - che stiamo assistendo a una crescente attività del movimento anti-5G" che "ostacola anche la capacità dell’Ue di raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi" sul lancio dell'infrastruttura di rete. Secondo le capitali è dunque "importante" che Bruxelles agisca "ora per informare il pubblico dei vantaggi del 5G" per la transizione verde e digitale "delle nostre imprese e società", con "una strategia di comunicazione che fornisca informazioni affidabili ai cittadini e promuova campagne di sensibilizzazione su 5G e i relativi campi elettromagnetici".
I dati aggiornati del gruppo di lobby delle tlc Gsma mostrano che finora gli incendi dolosi in Europa sulle infrastrutture per il 5G hanno colpito soprattutto il Regno Unito (87), la Francia (50) e i Paesi Bassi (30), coinvolgendo nel complesso dieci Paesi dell’Ue. Secondo l’Organizzazione mondiale della Salute, esistono poche prove circa la correlazione tra le radiazioni dei telefoni cellulari e problemi di salute. "Ad oggi, e dopo molte ricerche condotte, nessun effetto negativo sulla salute è stato correlato in modo causale all'esposizione alle tecnologie wireless", ha detto l'Oms, pur ammettendo che vi è ancora una carenza di studi sulle frequenze pioniere utilizzate per il 5G.
Per le 15 capitali che hanno firmato la lettera, servono dunque "azioni coordinate" per "essere in grado di dare agli europei e alle autorità locali non solo" i risultati "della ricerca scientifica ma anche un messaggio chiaro e forte proveniente da fonti attendibili". La campagna di sensibilizzazione, sottolineano, "deve essere basata su alfabetizzazione digitale, istruzione e trasparenza, consentendo ai cittadini europei di valutare criticamente le informazioni disponibili al fine di discernere indipendentemente tra verità e falsità".
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