L'Italia ha fatto progressi "significativi" sulle discariche abusive, ancora non sufficienti sulla situazione rifiuti in Campania e "troppo lenti" su fogne e depuratori. E' l'analisi del commissario Ue all'ambiente Virginijus Sinkevicius sulle tre procedure di infrazione in materia di rifiuti e acque, su cui l'Italia paga penalità dopo essere stata condannata dalla Corte di Giustizia Ue. Ad oggi, Roma ha versato nelle casse Ue oltre mezzo miliardo (550 milioni di euro). Le penalità si compongono di solito una multa una tantum e un'ammenda regressiva, che diminuisce ogni semestre secondo i progressi fatti. Proprio in materia di ambiente l’Italia ha il numero più alto di procedure aperte, oltre 20.
"Mi preoccupa il fatto – dice il commissario lituano – che in una serie di casi ambientali, in particolare per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e delle acque, ma anche sull'inquinamento atmosferico, l'Italia dovrebbe agire più rapidamente, prima che la Corte arrivi a imporre ammende". Dall'avvio di una procedura alla condanna con multa e penalità, infatti, possono passare anche 8 o 10 anni.
"Nel caso delle discariche irregolari – dice Sinkevicius all'Ansa – l'Italia ha compiuto progressi significativi, il numero di quelle non conformi si è ridotto da 200 a 40". In Campania, se da un lato ci sono stati miglioramenti sulla raccolta differenziata, dall'altro "è necessario mettere in atto una rete coerente di impianti che garantiscano un'adeguata capacità di trattamento dei rifiuti nella regione, il che non è ancora successo".
Lo stesso criterio viene applicato per valutare il piano rifiuti della Regione Lazio, arrivato lo scorso agosto. "Dovrebbe costituire una base solida per un'adeguata rete di impianti, che soddisfi i bisogni della popolazione e prevenga crisi future – racconta Sinkevicius – molto dipenderà dall'attuazione e lo stiamo esaminando con questa consapevolezza".
Per quanto riguarda le acque reflue urbane, "l'Italia ha compiuto negli anni progressi verso la conformità, ma molto lentamente", è la valutazione del Commissario. Su questo tema le procedure di infrazione aperte sono quattro. In totale restano da sanare 900 agglomerati in tutta la Penisola, comuni o parti di città che non sono a norma con i sistemi di trattamento e scarico delle acque fognarie.
Il moltiplicarsi delle infrazioni su questo fronte si spiega anche in una definizione delle aree coperte dalla direttiva piuttosto complessa. Ma, assicura Sinkevicius, questo è uno dei settori normativi su cui la Commissione vuole intervenire. "Abbiamo appena avviato un processo di revisione della direttiva tramite una valutazione d'impatto, che dovrebbe essere completata entro il prossimo anno", conclude.
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