"La gara è iniziata, quindi la questione non è se arriveremo" alla neutralità climatica, "ma chi nel mondo avrà le migliori tecnologie per arrivarci". Così il presidente della Commissione ambiente dell'Europarlamento Pascal Canfin risponde quando gli si domanda perché le imprese europee dovrebbero sostenere il Green Deal. L'ex direttore del Wwf e ministro per la cooperazione allo sviluppo in Francia spiega che oltre "i costi dell'inazione a fronte dei cambiamento climatici" che sarebbero "insostenibili", gli impegni per la neutralità climatica recentemente assunti da Corea del Sud e Giappone per il 2050, e dalla Cina per il 2060 portano tutti in un contesto nuovo.
La neutralità climatica "in 5 anni sarà una questione di competitività", dice Canfin. "Sia perché i costi di produzione dell'energia da rinnovabili e fonti non fossili con tecnologie già disponibili sono sempre più bassi – spiega – sia perché nuove tecnologie al momento troppo costose come il sequestro del carbonio diventeranno sempre più accessibili". Quindi, è il ragionamento di Canfin, "le aziende che vinceranno questa gara a trovare soluzioni tecnologiche verdi saranno quelle chiave per lo sviluppo dei prossimi decenni".
In questo contesto, aggiunge, "la capacità dell'Ue di creare un quadro regolamentare è essenziale". La vicenda del solare, quando l’Ue ha inventato il mercato per poi trovarsi a importare pannelli cinesi, non deve spaventare. "E’ una critica ricorrente, ma non è così bianco e nero – la sua replica – se si guarda alle parti di filiera con valore aggiunto più alto, sono sempre in Europa".Però, sottolinea il 46enne politico francese, ci vuole una rete di protezione più forte.
"Sono molto favorevole al meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere, che sarà proposto dalla Commissione nel giugno del prossimo anno", argomenta, perché serve una "garanzia di parità di condizioni" per le aziende europee. "Per settori come l'acciaio e il cemento – specifica – dobbiamo escludere ogni rischio di dumping climatico sulle importazioni".
La politica di riduzione delle emissioni sta facendo tornare in auge il nucleare. "Come legislatori europei – dice Canfin – dobbiamo dare degli obiettivi che siano coerenti, e la tassonomia degli investimenti verdi sarà importantissima da questo punto di vista". "Poi – conclude – sta a ciascuno Stato decidere il mix energetico per raggiungere gli obiettivi comuni investendo su fonti compatibili con la neutralità climatica”.
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