Il piano italiano energia e clima al 2030 prevede "una serie di buone pratiche", ma "avrebbe potuto essere più ambizioso" su gas e sussidi alle fonti fossili. Lo dice all'ANSA la commissaria Ue all'energia Kadri Simson. Da un lato la Commissione ha "accolto con favore" impegni come la conferma dell'eliminazione del carbone dalla produzione di elettricità entro il 2025 e "gli obiettivi ambiziosi sulla mobilità elettrica".
D’altro canto, Simson stigmatizza il previsto "aumento del ruolo del gas con il picco dei consumi nel 2025", e sottolinea che "misure più audaci" ci sarebbero volute per "cominciare a eliminare i dannosi sussidi per i combustibili fossili". "In terzo luogo – aggiunge l'esponente politica estone – si sarebbero potute proporre politiche più forti per sostenere l'ambizione rinnovabile, basandosi sulla leadership tecnologica italiana". Infine, il nostro paese "deve ancora presentare la sua strategia nazionale di lungo termine in vista del 2050, che avrebbe dovuto essere comunicata con il piano definitivo".
I Piani nazionali energia e clima, ideati nel 2018, si intrecciano con il piano nazionale per la ripresa. Nel suo ambito “la Commissione – ricorda Simson – invita l'Italia a prendere in considerazione investimenti per ridurre il ruolo del gas, aumentare la produzione da rinnovabili e rivedere il sistema di tasse e incentivi". Altre priorità contenute nelle raccomandazioni della Commissione sono sull'economia circolare, le infrastrutture, i trasporti sostenibili e l'efficienza energetica degli edifici. Nell'edilizia, in particolare, misure come l'ecobonus "sono ben accette – dice la già ministra dell'economia di Tallinn – ma le esigenze di investimento vanno ben oltre i fondi pubblici, che devono diventare un catalizzatore per stimolare gli investimenti privati". Come l'ecobonus possa servire allo scopo "resta da vedere", è il pensiero della commissaria.
Da qui a un anno la Commissione europea proporrà un sostanzioso pacchetto per aggiornare i pilastri fondamentali delle politiche Ue sul clima. A partire dalle rinnovabili. "Si può fare molto a livello Ue – dice Simson – in particolare sostenendo la certezza degli investimenti attraverso una legislazione aggiornata". Si va dalla strategia sull'eolico offshore, alla nuova direttiva rinnovabili, in arrivo nel 2021. La Commissione vuole accelerare per favorire gli investimenti privati. "L'imminente revisione degli orientamenti sugli aiuti di Stato per l'energia e il lavoro sulla tassonomia saranno due interventi importanti", precisa Simson, "ma ovviamente gli Stati membri svolgono un ruolo importante nel sostenere gli investimenti" e "i governi devono dare un chiaro senso di direzione e di prevedibilità".
"L'Italia – entra nel dettaglio – si è impegnata ad aumentare la quota di energie rinnovabili nel consumo finale lordo di energia al 30% entro il 2030, il che richiederebbe politiche e misure aggiuntive". Anche pensando, per esempio, "a rinnovare e ripristinare gli impianti già esistenti, in particolare quelli eolici".Più complesso è il discorso sull'efficienza. Il primo passo è la trasparenza, è la convinzione della commissaria. Con la piena entrata in vigore della direttiva sull'efficienza, tutti i cittadini in Europa "potranno fare scelte informate sui loro consumi". Per l'Italia, che ha aperto la strada con gli smart-meter anni fa, "è importante applicare subito le misure previsto nel piano nazionale energia e clima".
Tra gli interventi più attesi a livello Ue c'è la riforma del mercato delle emissioni Ets. Si va verso l'ampliamento dei settori coperti, fino a "includere le emissioni del trasporto stradale e degli edifici, con importanti vantaggi in termini di efficacia e fattibilità amministrativa". Di pari passo andrà rafforzato il tetto massimo delle emissioni e ci vuole un meccanismo per tutelare i produttori Ue dalle importazioni da paesi senza politiche climatiche ambiziose. Su entrambi "stiamo attualmente valutando le opzioni migliori", accenna Simson.
La transizione verde costerà centinaia di miliardi e potrebbe aumentare le diseguaglianze. Tra bilancio pluriennale e fondo per la ripresa "il sostegno finanziario dell'Ue sarà senza precedenti", rivendica la commissaria.
"Non lasciare nessuno indietro non ha a che fare solo con i fondi, ma è un metodo", aggiunge elencando le iniziative che coinvolgono le regioni carbonifere (Coal Regions in Transition), le città con Patto dei sindaci, le Isole per l’energia pulita e l’Osservatorio sulla povertà energetica, "strumento essenziale per tutelare i più fragili e riqualificare professionalmente i lavoratori". Alcune di queste iniziative, insieme ad altre, faranno parte del Patto per il clima, che la Commissione vuole presentare il mese prossimo per coinvolgere direttamente i cittadini nel Green Deal.
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