Le aziende che gestiscono i dati sensibili dovranno avere la sede nell'Ue, garantire una "separazione strutturale" tra il servizio di condivisione dei dati e qualsiasi altro servizio fornito per "evitare problemi di conflitto di interessi", e ottenere il permesso di un tribunale europeo prima di condividerli con un governo straniero. Sono i principali contenuti della bozza del Data Governance Act che la Commissione Ue presenterà la prossima settimana, di cui l’ANSA ha preso visione.
L'obiettivo del Data Governance Act è creare un'infrastruttura per la condivisione dei dati non personali tra i Paesi dell'Ue che offra una "alternativa all'attuale modello di business delle Big Tech" e aumenti il volume dei dati condivisi con nuovi modelli di business che promuovano "innovazione e tutela degli standard" attraverso i cosiddetti ‘data intermediaries’ neutrali o ‘broker’. I futuri intermediari dei dati dovranno agevolare gli scambi tra produttori e acquirenti e, si legge nel documento, saranno soggetti a condizioni rigorose per garantire la "fiducia" nel nuovo quadro normativo. In questo senso, gli intermediari devono essere in grado di dimostrare che non utilizzeranno i dati raccolti per "nessun altro scopo" oltre a quello di facilitare le transazioni. Inoltre, le aziende "devono essere stabilite all'interno dell'Unione o in un Paese dello Spazio economico europeo". Allo stesso modo, ci saranno paletti per le "richieste di paesi terzi" di accesso a dati non personali. Bruxelles aggiunge che dovrebbe esserci anche una "separazione strutturale" tra il servizio di condivisione dei dati e qualsiasi altro servizio fornito da tali operatori in modo da "evitare problemi di conflitto di interessi".
A febbraio, la Commissione aveva presentato la sua più ampia strategia sui dati con l’intenzione di guidare la rivoluzione dei dati industriali. L’obiettivo dichiarato da Bruxelles è creare un "vero mercato unico europeo" dei dati non personali per imprese, governi e amministrazioni, con norme "eque e chiare" sull'accesso e l'uso dei dati e incentivi per l'interoperabilità e lo scambio transfrontaliero. Tuttavia, tra gli addetti ai lavori vi sono preoccupazioni che gli sforzi dell'Ue creino i presupposti per una politica protezionistica nel settore. Nel 2021 è atteso il complessivo Data Act per regolare la condivisione dei dati tra imprese e governi per il pubblico interesse.
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