Con l'arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca, Ue e Usa dovrebbero avviare una Coalizione globale per emissioni nette zero. L'idea e il suo nome sono di Simone Tagliapietra, docente alla Cattolica di Milano, alla John Hopkins University a Bologna e fellow al Bruegel Institute di Bruxelles.
L'arrivo di Biden alla Casa Bianca, spiega Tagliapietra, apre la prospettiva di realizzare "una coalizione mondiale di volenterosi sul clima aperta a tutti". Ma con Europa e Stati Uniti nel ruolo di promotori, grazie a due temi principali su cui possono incontrarsi il Green Deal europeo e "l’ambiziosa agenda climatica di Joe Biden", ragiona Tagliapietra.
Il primo è lo sviluppo delle strategie per le emissioni negative, sia con soluzioni naturali (afforestazione e riforestazione) che con nuove tecnologie come il sequestro della CO2 o la rimozione dei gas serra dall'atmosfera. "Al momento nessuno ha incentivi economici sufficienti per svilupparle nel modo necessario ad arrivare alla neutralità climatica a metà secolo", dice lo studioso.
Ma "il tema è globale – argomenta – anche perché ora tutti, dall'Ue, al Giappone, dalla Corea del Sud alla Cina, hanno previsto impegni per raggiungere zero emissioni nette a metà secolo, ma dopo dovremmo andare verso lo scenario di emissioni negative", cioè cominciare ad assorbire più di quanto si emette. "Insieme - è l'idea - Usa e Ue potrebbero farsi promotori di un nuovo sforzo di cooperazione globale sulle foreste e per la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie".
Il secondo punto di contatto potenziale tra Washington e Bruxelles è il meccanismo di adeguamento del prezzo di carbonio alle frontiere. "L'Ue lo sta preparando per il 2021 e Biden lo ha nell'agenda di governo – racconta Tagliapietra – e farlo insieme avrebbe un impatto molto più importante che proporlo in maniera isolata". Questo sia sul prezzo della CO2, che sulle eventuali resistenze di un meccanismo che potrebbe essere accusato di protezionismo al Wto.
Mentre su foreste e ricerca, però, è immaginabile che Cina e altri paesi grandi emettitori possano unirsi a Usa e Ue, il meccanismo succitato potrebbe essere un elemento divisivo tra i grandi emettitori partecipanti alla coalizione. "Certo, li metterebbe in una situazione di svantaggio competitivo – conviene Tagliapietra – ma il punto è proprio spingere paesi come la Cina a fare di più da questo punto di vista, il meccanismo alle frontiere fatto da Usa e Ue insieme sarebbe un grande incentivo, anche a livello Wto”. E poi, conclude Tagliapietra, a Pechino "si stanno già muovendo su questo tema e credo saranno più aperti di quanto si creda".
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