Continua la lotta dei Paesi Bassi contro l’affitto di case online. Dopo che nella scorsa estate la città di Amsterdam ha deciso di vietare AirBnB, il governo olandese ha preso ora posizione contro la piattaforma digitale chiedendo alla Commissione Ue di intervenire sull'attività economica con norme ad hoc nel suo Digital Service Act in arrivo a dicembre.
Ad Amsterdam, il numero di annunci su Airbnb è passato da 7mila a circa 30mila negli ultimi due anni. "È stato riscontrato che l’affitto di case per le vacanze per brevi periodi su larga scala può avere effetti negativi su interessi pubblici come il mercato immobiliare, la vivibilità, la coesione sociale, la sicurezza e la parità di condizioni per altri fornitori di tali alloggi", si legge in un non-paper diffuso dalla Rappresentanza olandese in Ue, che ritiene la pratica degli affitti a breve termine "un buon esempio del motivo per cui dobbiamo ristabilire l'equilibrio tra libertà economiche e interessi pubblici nello spazio pubblico digitale quando vi è chiaramente un impatto negativo".
Il governo olandese suggerisce di introdurre innanzitutto l’obbligo per le piattaforme digitali di condividere i dati con le autorità quando l’accesso a tali dati è "indispensabile per l’applicazione delle leggi". Nel caso di affitti di case vacanze per brevi periodi, questi dati "potrebbero essere, ad esempio, il numero di notti" in cui il proprietario "ha affittato l'appartamento". Inoltre, si legge ancora nel documento, il principio del paese d'origine, inserito nella direttiva sull’e-commerce del 2000, "è da preservare" garantendo però "un equilibrio tra libertà economiche e interessi pubblici e chiarendo le possibilità per gli Stati membri di stabilire norme per i servizi forniti sul proprio territorio".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA