L'Ue modernizza le regole sugli scambi di tecnologie per la cyber-sorveglianza. A quattro anni dalla prima proposta di regolamento, i ministri del Commercio dei Ventisette e il Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo politico su un nuovo quadro per aumentare la vigilanza sugli scambi, soprattutto le esportazioni, di tecnologie a uso civile che possono essere utilizzate anche per scopi militari e di sicurezza, come centri di monitoraggio e sistemi di conservazione dei dati.
Secondo le stime degli esperti della Commissione, gli scambi in questo settore per l'Ue valgono oltre 50 miliardi di euro. Per evitare di esportare tecnologie europee in Paesi che le usano per violare i diritti umani sarà preparata una lista di dispositivi il cui export sarà soggetto a vigilanza speciale. In diversi casi in passato, come nel 2011 durante la Primavera araba, tecnologie prodotte in Europa sono state utilizzate da regimi anti-democratici per reprimere il dissenso.
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