Gli sforzi volontari delle grandi piattaforme del web per impedire la distribuzione dei contenuti illegali online "non sono più sufficienti" e "sono necessarie regole vincolanti" e "sanzioni" per chi non le rispetta. E’ la posizione espressa dalla Germania, che fino a fine dicembre detiene la presidenza di turno dell’Ue, in un non-paper di cui l’ANSA ha preso visione sul pacchetto di norme Ue per il digitale che Bruxelles presenterà il 15 dicembre.
Per i contenuti illegali diffusi sul web, "è importante che le piattaforme dispongano di un sistema di segnalazione e ricorso diretto accessibile e sempre disponibile. Le piattaforme dovrebbero riferire su tutte le misure" adottate, sottolinea Berlino, che ritiene che le norme Ue debbano spingersi oltre la "semplice regolamentazione di beni e contenuti illegali". "Anche la diffusione di informazioni e contenuti non (ancora) illegali può essere dannosa in molti modi, in particolare la disinformazione e le attività rilevanti per la protezione dei minori", si legge nel documento.
Ampliando il campo di pratiche sleali delle Big Tech, la Germania chiede che sia prevista la possibilità di "imporre rimedi individuali e proporzionati al fine di affrontare le difficoltà specifiche relative a piattaforme digitali specifiche". Inoltre, "si potrebbe ipotizzare come ultima risorsa il divieto a una piattaforma integrata verticalmente di operare sul mercato in cui agisce come intermediario". Se questi rimedi non fossero attuati dai giganti digitali entro il termine prescritto, l'autorità competente dovrebbe essere in grado di "imporre sanzioni e misure di esecuzione, comprese le ammende".
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