Il Portogallo, appena subentrato alla Germania alla guida del semestre di presidenza dell'Ue, ha inviato alle delegazioni degli Stati membri una nuova proposta di regolamento sull'e-privacy nel tentativo di sbloccare l’impasse al Consiglio Ue che dura ormai da quattro anni, dopo che anche la stessa Germania ha fallito. La proposta originaria elaborata dalla Commissione Ue riguarda la protezione dei dati trasmessi tramite comunicazioni elettroniche come parte di un regolamento complessivo sull'e-Privacy. La presidenza tedesca ha tentato di creare consenso tra gli Stati membri presentando un testo di compromesso che eliminava la disposizione sull'''interesse legittimo'' per il trattamento generale dei metadati, prevista nelle versioni precedenti del testo, e ha anche cercato di consentire il trattamento dei metadati nelle comunicazioni online per "monitorare le epidemie" o per aiutare in "disastri naturali o causati dall'uomo".
Nonostante gli sforzi, i tentativi della presidenza tedesca sono stati alla fine vani e tocca ora ai portoghesi trovare il consenso tra i ministri. "Vogliamo vedere se possiamo raggiungere un accordo" sull'e-privacy, ha detto il vice ambasciatore portoghese Pedro Lourtie.
Nel suo nuovo documento, Lisbona afferma che intende "condurre discussioni rapide" e allineare ulteriormente il testo al regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Ue del 2018. In rottura con la proposta di Berlino, Lisbona include disposizioni che consentono l'elaborazione dei metadati delle comunicazioni e propone "di utilizzare le capacità di elaborazione e archiviazione delle apparecchiature terminali e la raccolta di informazioni dal terminale dell'utente finale per un'ulteriore elaborazione compatibile". Quest'ultimo punto, sostenuto dagli interessi commerciali dell'Ue, è però in contrasto con i falchi della privacy.
Spostando l'attenzione sul settore digitale nel suo complesso, il ministro dell'Economia Pedro Siza Vieira ha detto ai giornalisti che "i modelli di business" delle Big Tech in questi anni "si sono sviluppati in assenza di regole". Le leggi che governano il settore erano "così inadeguate per l'economia digitale che un numero molto limitato di aziende è cresciuto in modo molto significativo".
Nel corso del suo semestre di presidenza Ue, Lisbona lavorerà sulle proposte di dicembre della Commissione Ue (il Digital Markets Act e il Digital Services Act) destinate a garantire la competitività nel settore digitale competitiva e a regolamentare i contenuti online. Alla domanda su come porterà a bordo paesi come l'Irlanda, che hanno espresso preoccupazione per la bozza delle regole, Siza Vieira ha detto che "questi sono Paesi in cui queste società hanno una struttura significativa. È comprensibile che [i governi] possano essere più suscettibili a certi argomenti".
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