"In tutti i dossier del Green Deal europeo sta emergendo sempre di più un conflitto tra chi vede il futuro come una decrescita felice e chi invece punta sull’economia circolare e sostenibile. Noi siamo tra questi ultimi perché il nostro continente non ha futuro senza una reale strategia industriale e una adeguata base manifatturiera". Antonio D’Amato, già numero uno di Confindustria dal 2000 al 2004 e oggi presidente dell'Alleanza europea per gli imballaggi in carta (Eppa), parla con l’ANSA a margine della presentazione di uno studio della consultancy danese Ramboll.
Il documento, commissionato dall’Eppa, si basa su dati primari delle industrie della carta, degli imballaggi e della ristorazione, e mostra che nei servizi di ristorazione veloce le stoviglie riutilizzabili generano il 177% in più di emissioni di CO2 rispetto al sistema monouso basato su carta, consumano il 267% in più di acqua potabile e producono il 132% in più di particolato fine. Insomma, in determinate condizioni le stoviglie riutilizzabili, siano esse di plastica, di ceramica, vetro o metallo, hanno un impatto ambientale maggiore del monouso, impatto generato principalmente dalle fasi di lavaggio e asciugatura.
L'iniziativa arriva nel dibattito sulle linee guida per la plastica monouso, emanazione della direttiva del 2019 approvata per ridurre le dieci principali tipologie di rifiuti in plastica che si trovano nei mari e sulle spiagge Ue. Le linee guida della Commissione, non vincolanti, sono attese nelle prossime settimane, probabilmente tra fine gennaio e inizio febbraio. "Ma la Commissione sta cercando di trasformare la direttiva sul monouso in plastica in una direttiva sul monouso tout court", spiega D'Amato. "Eppure, i dati dimostrano che il monouso in carta è meglio per il clima e per l’ambiente rispetto alle stoviglie riutilizzabili qualunque sia il materiale con il quale sono realizzate", aggiunge.
"Ricordo – prosegue – che gli imballaggi per alimenti in carta con un sottile strato di polietilene, che ne garantisce la performance e la sicurezza alimentare, sono riciclabili nella raccolta della carta che è ad oggi il materiale più riciclato in Europa, nel 2017 era all'85,6% secondo Eurostat. È altrettanto importante sottolineare che il monouso svolge una funzione essenziale nella prevenzione di contagi e nella tutela della salute del consumatore. Come è stato anche evidenziato dall’Agenzia europea per l'Ambiente, il monouso ha svolto un ruolo insostituibile nel contenere la diffusione del Covid-19". L’approccio Ue, è la critica di D’Amato, "rischia di portarci a produrre più rifiuti di plastica invece che ridurli".
Tutto, scandisce l’imprenditore, "sta avvenendo nel quadro del più ampio dibattito in Europa tra chi crede nella decrescita felice e chi crede nell'economia sostenibile. Ma solo con l'economia circolare e sostenibile possiamo generare le risorse da reinvestire nel pianeta e creare economie in cui la manifattura e la ricerca e sviluppo vadano insieme". "Come hanno dimostrato i boom economici dell’Italia negli anni '50, del Giappone nei '60, della Corea del Sud negli anni '70 e della stessa Cina più di recente – conclude D’Amato – non può esserci innovazione, ricerca e sviluppo senza un'adeguata capacità manifatturiera e produttiva. Le due cose sono inscindibili ed è così che si coniuga la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale".
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