La Commissione europea ha deciso di registrare l'iniziativa dei cittadini europei ‘Reclaim your face’ per il divieto delle pratiche biometriche di sorveglianza di massa come il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici. Gli organizzatori dell’iniziativa – il gruppo per i diritti digitali EDRi – sollecitano la Commissione a proporre un atto giuridico per porre fine in modo permanente agli usi indiscriminati e arbitrariamente mirati dei dati biometrici in modi che possono portare alla sorveglianza di massa o a qualsiasi indebita interferenza con i diritti fondamentali.
"Sistemi intrusivi non devono essere sviluppati, implementati (anche su base sperimentale) o utilizzati da enti pubblici o privati nella misura in cui possono portare a interferenze inutili o sproporzionate con i diritti fondamentali delle persone", scrivono i cittadini, sottolineando che "le prove dimostrano che gli usi della sorveglianza di massa biometrica negli Stati membri e da parte delle agenzie dell'Ue hanno portato a violazioni della legge sulla protezione dei dati dell'Ue e hanno indebitamente limitato i diritti delle persone, compresa la loro privacy, il diritto alla libertà di parola, il diritto di protestare e di non essere discriminati".
A seguito della registrazione da parte di Bruxelles, i cittadini possono avviare, entro i prossimi 6 mesi, il processo di raccolta delle firme di sostegno. Se l'iniziativa riceverà 1 milione di firme di sostegno entro un anno da almeno 7 diversi Stati membri, la Commissione dovrà reagire entro 6 mesi. La Commissione potrebbe decidere di seguire o meno la richiesta e in entrambi i casi sarebbe tenuta a spiegare la propria decisione.
L’EDRi ha inoltre riunito altri 61 firmatari della società civile, tra cui Amnesty International e l'App Drivers and Couriers Union, ribadendo con una lettera inviata a Bruxelles la sua richiesta di vietare la sorveglianza biometrica di massa, la polizia predittiva e l'uso di sistemi di IA nella migrazione e nel controllo delle frontiere, introducendo leggi sull'uso dell'IA per determinarne i benefici sociali. L’associazione auspica inoltre che le proposte di IA in arrivo della Commissione abbiano limiti legali sui sistemi di valutazione del rischio in campo penale.
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