Nonostante il contraccolpo del Covid-19, l’Europa fa un balzo in avanti nello sviluppo del 5G e nell’assegnazione delle frequenze pioniere. Alla fine del 2020, i servizi commerciali di nuova generazione erano disponibili in 23 Stati membri e nel Regno Unito, con le sole defezioni di Cipro, Malta, Lituania e Portogallo. Si allarga anche il gruppo di testa che ha assegnato tutte e tre le frequenze: dopo Italia e Finlandia, anche la Grecia ha chiuso l’asta per lo spettro a 26 GHz e alcune licenze locali sono diventate disponibili in Germania e Regno Unito. Sono i principali aggiornamenti dell’Osservatorio Ue sul 5G, che ha pubblicato gli ultimi dati relativi al quarto trimestre del 2020.
"L'assegnazione dello spettro nelle bande pioniere non ha raggiunto gli obiettivi del Piano d'azione 5G ch e prevedevano l’assegnazione delle tre bande pioniere in tutti gli Stati membri", si legge nel rapporto, in cui si osserva che solo Italia, Finlandia e Grecia hanno centrato l’obiettivo.
"Durante il 2020, molte aste 5G in Europa sono state ritardate a causa della situazione pandemica. Molti di questi i processi ritardati si sono verificati negli ultimi mesi del 2020", scrive ancora l’Osservatorio, sottolineando tuttavia che le prime reti 5G in Europa, essendo a disposizione di un numero ancora limitato di utenti, non hanno registrato problemi di congestione.
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