Mentre le grandi potenze mondiali avanzano nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, l’Europa resta indietro, frenata soprattutto dalla lentezza sugli investimenti, un basso capitale di rischio e poche start-up nel settore. E la Brexit farà peggiorare il quadro. Sono i risultati principali dell’ultimo rapporto del think tank americano Center for Data Innovation.
Gli Stati Uniti si confermano i leader mondiali dell’intelligenza artificiale, ma la decisione della Cina di fare dell'IA la sua priorità sta rapidamente facendo guadagnare terreno a Pechino. Secondo l’analisi, gli Usa sono in testa in quattro categorie (talento, ricerca, sviluppo e hardware) e la Cina in due (adozione e dati). Guardando al ranking stilato dal CDI, che prevede un punteggio massimo di 100, gli Stati Uniti fanno segnare 44,2 punti, seguiti dalla Cina con 32,3 e dall’Ue con 23,5.
Nel confronto diretto tra Ue e Usa, il think tank evidenzia come "le aziende statunitensi di IA continuano a ricevere investimenti sostanzialmente maggiori rispetto a quelle europee". Eppure, si legge nel report, tra il 2016 e il 2019, la percentuale dei fondi di capitale di rischio e di private equity dell'Ue rispetto ai finanziamenti statunitensi è cresciuta dal 13% al 22%. L’Ue, prosegue il think tank, non riesce a colmare il divario sugli accordi di finanziamento, le acquisizioni di aziende di IA e la spesa in ricerca e sviluppo. La perdita dell’IA britannica, piuttosto avanzata, inoltre, "ridurrà le capacità dell'Ue, sia in termini assoluti che su base percentuale".
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