Continua la battaglia legale della Commissione Ue nella causa che coinvolge Apple per la restituzione di 13 miliardi di euro di aiuti di Stato illegali al fisco irlandese. Dopo una sentenza del Tribunale dell'Unione europea dello scorso anno, secondo la quale la Commissione Ue non aveva soddisfatto gli standard legali richiesti per dimostrare che Apple aveva goduto di un regime fiscale agevolato, la Commissione ha deciso di appellarsi alla Corte di giustizia europea.
Le autorità antitrust hanno affermato che il Tribunale ha commesso errori legali nella sua sentenza che annullava la decisione della Commissione Ue sui ‘tax ruling’ irlandesi a favore di Apple. Nel luglio dello scorso anno, il Tribunale dell'Ue aveva sostenuto che “la Commissione non è riuscita a dimostrare in modo giuridicamente adeguato l'esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale ai sensi dell'Articolo 107".
Le indagini dell'Antitrust Ue avevano rivelato che Apple, grazie a due 'tax ruling', cioè accordi fiscali 'ad hoc' tra autorità e aziende, stipulati nel 1991 e 2007, ha evaso sistematicamente tasse che avrebbe dovuto pagare su tutti i profitti generati sulle vendite in Ue e anche in Africa e Medio Oriente. Questo grazie ad uno schema noto all'Antitrust,cioè lo 'spostamento di profitti': la società registrava tutte le vendite nella sede irlandese invece che nei Paesi dove i prodotti venivano effettivamente venduti e tali profitti, anziché essere tassati al 12,5% come previsto dalla 'corporate tax' irlandese, venivano riversati a una 'sede centrale' fantasma 'esentasse' in base alla legislazione irlandese sulle 'società senza stato' abolita poi nel 2013.
"L'incapacità del Tribunale di considerare adeguatamente la struttura e il contenuto della decisione e le spiegazioni nelle comunicazioni scritte della Commissione sulle funzioni svolte dalle sedi centrali e dalle filiali irlandesi è una violazione della procedura", ha affermato la Commissione in un atto depositato nella Gazzetta ufficiale, aggiungendo che “il successivo riconoscimento del Tribunale che la decisione esamina le funzioni svolte dalle filiali irlandesi nel giustificare l'attribuzione delle licenze IP di Apple a loro costituisce un ragionamento contraddittorio, che equivale a un difetto di motivazione".
A stretto giro è arrivata la replica di Apple, che in una nota ha affermato: "Dopo un esame approfondito dei fatti e delle affermazioni della Commissione, il Tribunale è stato chiaro nella sua determinazione che Apple ha sempre rispettato la legge in Irlanda, come facciamo ovunque operiamo".
La Corte di giustizia Ue terrà un'udienza sul caso nei prossimi mesi. La causa è C-465/20 P, Commissione/Irlanda e altri.
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