Il Green Deal europeo avrà ripercussioni nelle relazioni tra l’Ue e i paesi terzi, ma l'Europa può e deve governare queste trasformazioni, ponendole come basi una nuova cooperazione. E' l'analisi di un pool di esperti del think tank Bruegel e dello European Council on Foreign Relations (Mark Leonard, Jean Pisani-Ferry, Jeremy Shapiro, Simone Tagliapietra e Guntram Wolf) in un documento intitolato "La Geopolitica del Green Deal europeo".
Gli esperti individuano sette azioni prioritarie per attenuare l'effetto potenzialmente traumatico per le relazioni internazionali dell'accelerazione nella transizione verde promossa dall'Ue.
In primo luogo, aiutare paesi limitrofi come Russia e Algeria, da cui l'Ue importa grandi quantità di gas e petrolio, a diversificare le loro economie, con un orientamento più pronunciato per le energie rinnovabili e l'idrogeno verde.
Per quel che concerne le importazioni, l’Ue dovrebbe ridurre la dipendenza da materie prime critiche, prima di tutto dalla Cina, diversificare le fonti di approvvigionamento, aumentare i volumi riciclati e la sostituzione, ove possibile, di alcuni materiali.
Guardando oltre l’Atlantico, gli Stati Uniti dovrebbero essere il partner principale per creare un "club" di paesi per il clima, con misure simili negli scambi commerciali, come il meccanismo per adeguare il prezzo del carbonio sui prodotti alle frontiere. Sarebbe di estrema importanza, suggeriscono gli studiosi, coinvolgere anche la Cina.
L’Ue dovrebbe inoltre diventare un riferimento globale per gli standard della transizione energetica, in particolare per l'idrogeno e i green bond. Gli esperti sostengono che richiedere il rispetto di rigide normative ambientali come condizione per accedere al mercato dell'Ue sarà un incoraggiamento per tutti i paesi a intraprendere la stessa strada.
Nonostante gli sforzi che persegue nell’azione per il clima, ricorda il documento, l’Ue emette solo il 10% dei gas serra a livello globale. Per avere un vero impatto, deve “internazionalizzare” le sue politiche ambientali, con i fondi del bilancio Ue 2021-27 e del Next Generation EU e le politiche di sviluppo e cooperazione.
L’azione in politica estera dovrebbe essere caratterizzata dal lancio di una serie di coalizioni globali su obiettivi specifici, come contenere il disgelo del permafrost.
Infine, gli esperti propongono di promuovere una piattaforma globale sulla nuova economia per il clima per condividere le lezioni apprese e le migliori pratiche.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA