Un meccanismo di protezione a fini non commerciali, ma esclusivamente climatici, per tutti i prodotti coperti dal sistema Ets, e alternativo alle licenze gratuite oggi previste dall’Ets stesso. Sono alcuni degli elementi della risoluzione della Commissione ambiente dell’Europarlamento sul meccanismo di adeguamento della CO2 alle frontiere, attualmente allo studio della Commissione europea che dovrebbe presentarlo la prossima estate.
Secondo il testo, approvata con 58 voti a favore, 8 contrari e 10 astensioni, il meccanismo dovrebbe essere compatibile con il Wto e fissare un prezzo del 'contenuto di CO2' sulle importazioni di determinati beni dall'esterno dell'Ue, in modo da ridurre il gap di competitività delle aziende europee con i prodotti da paesi con requisiti meno stringenti sui cambiamenti climatici. Gli eurodeputati sottolineano che dovrebbe essere concepito con l'unico scopo di perseguire obiettivi climatici e condizioni di parità a livello globale, e non essere utilizzato impropriamente come strumento protezionista.
Infine, il meccanismo dovrebbe far parte di una più ampia strategia industriale dell'UE e coprire tutte le importazioni di prodotti e materie prime nell'ambito dell'ETS. Entro il 2023, e in seguito a una valutazione dell'impatto, il meccanismo dovrebbe coprire il settore energetico e i settori industriali ad alta intensità energetica come cemento, acciaio, alluminio, raffinazione del petrolio, carta, vetro, prodotti chimici e fertilizzanti, che oggi ricevono le assegnazioni gratuite. Per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, aggiungono gli eurodeputati, il prezzo del carbonio nell'ambito del meccanismo dovrebbe essere collegato al prezzo delle quote dell'Ue nell'ambito dell'Ets.
La risoluzione è in calendario per l'approvazione della plenaria dell'8-11 marzo.
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