Rwe, colosso tedesco nel settore dell’energia, chiede compensazioni all’Olanda, in seguito alla decisione dell’Aia di smantellare le centrali a carbone entro il 2030. La procedura utilizzata è l’arbitrato previsto dall’Energy Charter Treaty, l'accordo che risale agli anni novanta.
La Rwe ha due centrali nei Paesi Bassi, una a Amer e un’altra a Eemshaven, commissionata appena cinque anni fa. Centrali che, secondo la nuova politica energetica dell’Aia, dovrebbero essere ridimensionate, ristrutturate per cambiare fonte di approvvigionamento (biomassa) o cessare di funzionare. La Rwe non ci sta e chiede il risarcimento.
E’ il secondo caso in cui un’azienda tedesca vuole compensazioni contro le decisioni di politica energetica dell’Olanda, dopo il precedente di Uniper, che ha annunciato azioni legali nel 2019, senza però attivare l’Energy Charter Treaty. “Questa tendenza al contenzioso è sempre più evidente – spiegano gli avvocati ambientalisti della Ong ClientEarth – ed è proprio per questo che l'Ue dovrebbe uscire urgentemente dal Trattato, che sta chiaramente diventando un ostacolo alla transizione energetica". L’Italia ha già abbandonato il trattato nel 2016, anche in seguito a una serie di richieste di compensazioni di imprese di energia rinnovabile straniere dopo la riduzione degli incentivi varata da Roma nel 2011.
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