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Prezzi regolati e incertezza sulle norme, perché in Italia non decolla il mercato libero

Prezzi regolati e incertezza sulle norme, perché in Italia non decolla il mercato libero

A metà classifica in Europa, sia per l'elettricità che per il gas. Commissione, diversificare fornitori è fattore chiave

26 febbraio 2021, 17:34

Redazione ANSA

ANSACheck

Contatori energia elettrica - RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Italia è a metà della classifica Ue che misura le barriere del mercato al dettaglio dell’elettricità e del gas. L’indice di "apertura" dei mercati dell’energia è stato preparato e utilizzato in uno studio sul mercato libero, finanziato dalla Commissione europea. Per quanto riguarda il gas, l’Italia è dodicesima su 24 paesi, il mercato più aperto è quello olandese e quello più chiuso è il polacco. Per l’elettricità, l’Italia è all’11esimo posto in un ranking di 28 Stati, che comprende la Norvegia, al primo posto. Cipro ha le barriere maggiori.

La ricerca è costruita su un sondaggio e una discussione a seguire, che ha coinvolto circa 150 fornitori, autorità di regolamentazione nazionali competenti e altre parti sociali. "Man mano che il decentramento del sistema energetico continua – è il parere della Commissione europea – l'apertura dei mercati al dettaglio giocherà un ruolo sempre più importante nel garantire che i consumatori beneficino di prezzi bassi, un'ampia scelta di offerte e le ultime innovazioni".

Lo studio individua cinque barriere principali: il vantaggio degli operatori di mercato verticalmente integrati, la scarsa consapevolezza o interesse del cliente, l’incertezza sul futuro normativo e la digitalizzazione, l’incertezza sull'attuale contesto normativo, e le strategie degli operatori storici dei mercati di riferimento.

Per l’Italia, pesano in particolare l’incertezza del quadro normativo attuale e una regolamentazione dei prezzi "di ampia portata". Due criticità che complicano la concorrenza sui prezzi da parte dei fornitori, avvantaggiano gli operatori del mercato regolato e implicano sistemi e processi molto specifici.

Lo studio raccomanda, tra le altre cose, di cambiare l'attuale modello in base al quale i clienti che non scelgono un fornitore vanno automaticamente nel regime regolamentato. E di stabilizzare l'attuale quadro normativo, offrendo un servizio di monitoraggio delle direttive a livello di policy che potrebbe aiutare la pianificazione delle attività e delle strategie dei fornitori.

Il rapporto finale, l’indice, e le raccomandazioni per paese sono disponibili a questo link.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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