Il governo francese ha finalizzato la sua roadmap per limitare l'impronta ecologica del digitale in risposta alle proposte della Convenzione dei cittadini per il clima. In una conferenza a Bercy lo scorso ottobre, i ministri per la transizione ecologica e per il digitale, Barbara Pompili e Cédric O, avevano già presentato una serie di misure intese a incoraggiare la sostenibilità per smartphone, TV, computer e altri oggetti tecnologici la cui fabbricazione rappresenta il 75% dell'impronta ecologica digitale in Francia.
Tra le nuove misure, l'istituzione di un "barometro ambientale" dei lettori digitali, che sarà guidato dall'autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni (Arcep), la valutazione delle problematiche ambientali nell'assegnazione delle prossime frequenze 5G sulla banda 26 GHz, e il sostegno statale a datacenter "ecologicamente virtuosi". Obiettivo: moderare l'impronta digitale, che rappresenta tra il "5% e il 10%" delle emissioni globali in Francia, e "far convergere" lo sviluppo di questa attività ad alto potenziale al servizio della tutela ambientale. Il governo intende sostenere le start-up di 'Green Tech' con un fondo di aiuti di 300 milioni di euro, e integrare "una dimensione ambientale" nelle strategie per l'intelligenza artificiale, il cloud computing e il 5G.
A seguito delle richieste della Convenzione dei cittadini per il clima, Parigi ha anche incaricato Arcep di studiare l'impatto del modello di business degli smartphone sovvenzionati dagli operatori delle tlc, considerato che tra "50 e 100 milioni di telefoni dormono nei cassetti" dei francesi. Annunciate anche nuove misure a sostegno per centrare un target del 20% dei dei dispositivi ricondizionati di 'seconda mano', il cui mercato è stimato in 500 milioni di euro dalle aziende del settore. "Gran parte di queste misure" dovrebbero essere attuate nel corso dell'anno, hanno detto gli uffici dei due ministri.
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