L'Europa deve accelerare sul digitale, affrontare le sue frizioni e colmare le carenze, per diventare "sovrana" il prima possibile. È l’appello contenuto in una lettera firmata da Germania, Finlandia, Danimarca ed Estonia e indirizzata direttamente alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
Nella missiva - siglata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel insieme alla premier danese Mette Frederiksen, alla finlandese Sanna Marin, e all’estone Kaja Kallas - le leader anticipano le proposte che la Commissione Ue presenterà il 9 marzo sul Decennio digitale europeo e indicano la via da seguire sull’intelligenza artificiale e l’identità digitale. “Una quantità significativa di valore aggiunto su digitale e innovazione viene creata al di fuori dell'Europa. I dati sono diventati una nuova valuta che viene raccolta e archiviata principalmente al di fuori dell'Europa. E i valori democratici fondamentali sono sottoposti a forti pressioni nella sfera digitale globale", si legge nella lettera, in cui si esorta Bruxelles a “definire una serie di misure immediate” al fine di affrancarsi dalla dipendenza dalle altre potenze.
Le leader delineano quindi un piano in tre fasi per la Commissione per dare all'Ue più potere in campo digitale. In prima battuta, la Commissione "deve identificare sistemi di tecnologie critiche e settori strategici", sostengono le quattro politiche, chiedendo "chiarezza su quali siano i punti di forza dell'Europa e dove invece possano esserci debolezze strategiche e dipendenze ad alto rischio che potrebbero portare a carenze di approvvigionamento o rischi per la sicurezza informatica". In secondo luogo, l’Ue "deve rafforzare e perfezionare il suo approccio politico per i sistemi di tecnologie critiche e settori strategici", proseguono le leader in un passaggio che chiarisce che la sovranità digitale non dovrebbe significare protezionismo. L'Ue, osservano, dovrebbe evitare "dipendenze unilaterali da monopoli o Paesi", idealmente tramite "mercati aperti e catene di approvvigionamento aperte". Altrimenti, le "mutue interdipendenze" bilaterali siano l’opzione da preferire. In terzo luogo, concludono, la rapidità con cui sta avvenendo il cambiamento globale significa che "l'Ue ha bisogno di un sistema di monitoraggio", al fine di "anticipare gli sviluppi digitali, identificare le nostre carenze e punti di forza e definire misure e strumenti concreti di conseguenza".
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