Eppur si muove. L'Italia non ha impianti di eolico offshore ed è in ritardo nello sviluppo di questa tecnologia, almeno rispetto ad altri paesi del Mediterraneo come la Grecia. Ma "c’è un enorme potenziale per installare impianti eolici con l'offshore galleggiante nei mari italiani", sostiene Christoph Zipf, di WindEurope.
"Nella nostra analisi del potenziale eolico offshore dell'Europa fino al 2050, stimiamo che nel Mediterraneo ci sarà potenza installata per 31GW, senza contare Francia e Spagna", argomenta. Ovvero senza i due paesi che insieme alla Grecia e all’Irlanda sono considerati le avanguardie della seconda ondata di investimenti negli impianti al largo, dopo i paesi pionieri del Mare del Nord.
"Nel 2021-2025 l'Italia dovrebbe installare 3,1 GW di eolico sulla terra ferma – dice Zipf – per l'offshore due progetti potrebbero essere avviati prima del 2025, cioè il Beleolico”, da 30 MW nelle acque di Taranto, "e il Parco Eolico Offshore Bel Canale di Sicilia”, da 280 MW. "Dopo il 2025 ci si attende di più" prosegue Zipf citando "progetti eolici offshore in diverse fasi di autorizzazione, tra cui il progetto Saipem vicino a Rimini e quello Toto-Renexia vicino alla Sicilia".
Un totale di “otto impianti, se si tiene conto dei due che dovrebbero arrivare prima del 2025”. Inoltre, nel Piano Nazionale energia e clima "l’Italia si è impegnata a 900 MW eolici offshore e nella bozza del Pnrr, il Piano Italiano di Recupero e Resilienza, si afferma che l'aumento della produzione di rinnovabili arriverà dall'eolico offshore e dal fotovoltaico. Il nuovo governo sta ora riesaminando il piano – conclude Zipf – ma speriamo che questo impegno rimanga".
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