La plenaria dell’Europarlamento ha approvato la risoluzione sul meccanismo di aggiustamento del prezzo del carbonio alle frontiere (Cbam, in gergo Ue) adottando una posizione ammorbidita rispetto a quella passata in Commissione ambiente.
Per un pugno di voti è stata cancellato il riferimento al fatto che la nuova tassa alle importazioni dovrebbe essere "alternativa alle quote gratuite Ets". Nel testo finale, i deputati si limitano a indicare che il futuro meccanismo eviti un "doppio sistema di protezione" per le imprese europee dei settori Ets. ll che vuol dire ributtare la palla nella corte dell’Esecutivo. Che comunque avrà più margine per trovare un equilibrio tra le diverse sensibilità nella proposta legislativa che presenterà in giugno.
Verdi, S&D, Renew e sinistra hanno votato tutti per lo smantellamento del sistema delle quote gratuite. Servono allo stesso scopo, è la loro posizione, cioè evitare la fuga delle aziende dall’Ue, ma le quote gratuite sono inefficaci e premiano chi inquina. Secondo la Direzione generale commercio della Commissione la sovrapposizione tra Cbam e quote gratuite va evitata, perché metterebbe a rischio l'ok del Wto allo stesso Cbam.
Di diverso avviso Business Europe, che esprime timori per la fine di un sistema che ha retto per 15 anni e la sua sostituzione con un altro che è tutto da inventare, il cui funzionamento è da verificare. Il Cbam, dicono ampi segmenti dell'industria Ue, espone le imprese europee a rappresaglie dei partner commerciali. Il Ppe si è spaccato ma alla fine ha consentito l’approvazione di un testo più vicino alla sensibilità dell’associazione delle imprese europee.
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