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L’Europa spinge sui chip, raddoppiare produzione entro 2030

L’Europa spinge sui chip, raddoppiare produzione entro 2030

Delineati gli obiettivi del decennio digitale, semi-conduttori dal 10 al 20%

12 marzo 2021, 14:20

Redazione ANSA

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L’Unione europea dovrà raddoppiare la produzione globale dei chip di nuova generazione entro il 2030, passando dal 10% attuale al 20%. È uno dei quattro cardini del Digital Compass presentato dalla Commissione Ue che stabilisce gli obiettivi di questo decennio per la transizione digitale del Continente.

Il piano mira a rafforzare il potere digitale dell'Europa e garantire la sua sovranità tecnologica su Cina e Stati Uniti. "La produzione di semiconduttori avanzati e sostenibili in Europa, in particolare processori, dovrebbe rappresentare almeno il 20% della produzione mondiale in valore, ovvero il doppio della quota del 10% raggiunta nel 2020", si legge nel documento presentato dalla vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, e dal commissario per il Mercato interno, Thierry Breton.

Indispensabili negli oggetti di uso quotidiano come automobili o telefoni cellulari, i semiconduttori scarseggiano attualmente in tutto il mondo e l'Europa è sempre più dipendente dalle importazioni cinesi o americane sul mercato che, attualmente, ha un valore stimato di 440 miliardi di euro. Le carenze dei chip verificatesi nelle catene di approvvigionamento a causa della pandemia nell’ultimo anno avevano costretto alcuni importanti produttori europei, tra cui Volkswagen, a sospendere le linee di produzione.

Entro il 2030, l'Europa dovrebbe inoltre avere il suo primo computer quantistico, afferma la Commissione nella sua tabella di marcia. Questi computer di nuova generazione promettono una potenza di calcolo incomparabile rispetto alle capacità attuali e tutti i principali Paesi industriali sono impegnati in una corsa scientifica nel campo.

Il piano traduce in obiettivi concreti la priorità digitale fissata dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e prevede una forza lavoro più qualificata, infrastrutture migliori, nonché una trasformazione digitale delle imprese e dei servizi pubblici per adattarsi ai cambiamenti del mondo. L'Ue vuole avere 20 milioni di specialisti IT entro la fine del decennio, rispetto ai 7,8 milioni del 2019. Almeno l'80% della popolazione adulta dovrà inoltre disporre di competenze digitali di base. Non solo: secondo gli obiettivi Ue, tutte le famiglie europee dovrebbero essere in grado di avere una connessione Internet superiore a un gigabit al secondo, contro il 59% nel 2020, e tutte le aree popolate saranno coperte dal 5G, contro il 14% nel 2021. Tre aziende su quattro utilizzeranno servizi IT ospitati (cloud), database (big data) e intelligenza artificiale. Bruxelles vuole anche raddoppiare il numero di aziende innovative portandole a circa 250 nel 2030. Infine, tutti i servizi pubblici essenziali dovrebbero essere disponibili online, compreso l'accesso a una cartella clinica elettronica per tutti gli europei. Per raggiungere questi obiettivi, la Commissione finanzierà progetti di cooperazione in diversi Stati. Il Recovery plan Ue prevede di destinare il 20% dei suoi finanziamenti alle tecnologie digitali, ovvero fino a 145 miliardi di euro nei prossimi tre anni.

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