Gli esperti delle ong ambientaliste e alcuni scienziati indipendenti hanno minacciato di ritirarsi dalla piattaforma per la finanza sostenibile, che ha accompagnato il lavoro di stesura della tassonomia Ue sugli investimenti green. Dopo una lettera aperta di 226 scienziati contro i criteri tecnici per gli investimenti verdi per il gas naturale, gli esperti di Wwf, Birdlife, T&E e i docenti indipendenti delle università europee che partecipano alla piattaforma hanno rilanciato, invitando la Commissione a stralciare dall’atto delegato sulla tassonomia anche i criteri per la produzione di energia da biomassa e la gestione delle foreste, come già fatto per l’allevamento e l’agricoltura, per “dare più tempo alla discussione”. Una presa di posizione che mette pressione alla Commissione.
Per l’Esecutivo Ue, una soluzione approvata da industria, ong ed esperti darebbe maggiore credibilità al primo standard al mondo per gli investimenti sostenibili a prova di greenwashing. Da Palazzo Berlaymont filtra comunque la convinzione di poter trovare la quadra prima della presentazione ufficiale dell’atto, accompagnato da una comunicazione, prevista per il 21 aprile.
C’è da fronteggiare anche l’insistenza dei Paesi pro-nucleare. Il nucleare ha un iter ad hoc, che non consentirebbe di prenderlo in considerazione per la tassonomia almeno fino al prossimo giugno. Ma la Francia è all’attacco, sia in Consiglio che in Commissione. Tanto da essere disposta a rivedere la sua storica opposizione al gas naturale. “La Francia era nostra alleata – racconta il ministro dell’ambiente del Lussemburgo Claude Turmes, capofila dei paesi “anti-gas” – ma di recente ha cambiato posizione e l’unico modo in cui posso spiegarlo è proprio un tacito accordo con i paesi pro-gas, in cambio del loro appoggio sul nucleare”.
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