L'amministrazione Biden ha proposto un nuovo modello per la tassazione delle multinazionali, incluse le Big della Silicon Valley: dovrebbero pagare le tasse ai governi nazionali sulla base delle vendite realizzate in ogni singolo paese, a prescindere dalla loro presenza fisica. La proposta si inserisce nel quadro della richiesta di una minimum tax globale sulle grandi aziende e punta a creare un sistema fiscale internazionale più stabile in grado di arginare la proliferazione di web tax nazionali e impedire l'elusione fiscale.
Il piano Biden, anticipato dal Financial Times, avrebbe ricevuto il sostegno del premier italiano e presidente di turno del G20, Mario Draghi, che - secondo il quotidiano della City - si è detto a favore di una minimum tax globale sulle aziende. Favorevole anche il ministro dell'Economia francese, Bruno LeMaire che, comunque, avrebbe precisato: la Francia manterrà la sua 'digital tax' fino a quando un accordo all'Ocse non sarà siglato. L'iniziativa americana piace anche all'Olanda, che la ritiene un grande passo in avanti per ammodernare il sistema fiscale internazionale.
La proposta più recente e su cui stanno negoziando i leader del G20 è quella elaborata dall’Ocse su un sistema di tassazione globale costruito intorno a due pilastri. Il primo pilastro cambia le norme sull’allocazione dei profitti da parte di una azienda multinazionale, andando a creare un nesso tra la “presenza economica” di una società e il Paese in cui matura i profitti al di là della sua “presenza fisica”. È insomma una modifica rivolta chiaramente alle grandi tech company che spesso giocano sul fatto di non essere presenti fisicamente in un Paese per non pagarvi lì le tasse. Il secondo pilastro, invece, vuole introdurre una aliquota minima globale, ed è quello a cui si richiama la proposta americana. "È un’indicazione coerente con il lavoro in atto all’interno del G20 sui due pilastri per la tassazione internazionale", ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, al termine della riunione del G20, sottolineando di aspettarsi "di raggiungere un accordo entro luglio, speriamo al prossimo incontro dei ministri e dei governatori che si terrà a Venezia".
Il testo della proposta di Biden - che, secondo il Ft, andrebbe a colpire circa 100 grandi aziende, incluse le tecnologiche - è stato distribuito ai 135 paesi al momento impegnati a trattare in seno all'Ocse. La mossa potrebbe smuovere i negoziati bloccati sul primo pilastro. Se, infatti, sarà difficile convincere Paesi come l’Irlanda e i Paesi Bassi, con sistemi fiscali vantaggiosi per le Big Tech, a firmare per una web tax, potrebbe essere più semplice dare la priorità a un approccio che riguardi una tassazione minima che vada a colpire le grandi multinazionali che non siano solo quelle tecnologiche a stelle e strisce.
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