Gas e nucleare non avranno il certificato Ue di attività economica verde. Almeno nel primo atto delegato della 'tassonomia' Ue. E' quanto emerge dalla comunicazione sulla classificazione Ue degli investimenti verdi, che sarà presentata mercoledì prossimo e di cui ANSA ha preso visione. La comunicazione accompagna l'atto delegato e una proposta di direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale, con regole comuni per comunicare le informazioni relativa alle pratiche ecocompatibili.
Il ruolo di gas e nucleare nella decarbonizzazione dell'economia, si legge nel documento, sarà affrontato "in una proposta legislativa a parte, nell'ultima parte dell'anno", che coprirà le "tecnologie di transizione", rispettando "il diritto degli Stati membri di determinare il proprio mix energetico in modo appropriato".
Il regolamento delegato con i parametri tecnici comuni a livello Ue per identificare le attività economiche realmente sostenibili doveva essere pronto a dicembre. Ma ha fatto emergere tensioni tra i paesi. Svezia e Finlandia hanno fatto pressione per ottenere ampie deroghe per lo sfruttamento delle foreste. Polonia, Ungheria e altri paesi dell'Europa centro-orientale si sono battuti perché il gas naturale fosse considerato come fonte di transizione dal carbone. La Francia ha insistito in tutte le sedi sull'introduzione del nucleare, insieme alla Repubblica ceca e agli Stati dell'est.
Secondo l'ultima versione del testo dell’atto delegato circolata, il tema dell’energia dell'atomo sarebbe stato affrontato a parte, e il gas sarebbe stato considerato sostenibile ma solo a determinate condizioni: solo in regioni in transizione, in sostituzione del carbone e in impianti a cogenerazione con una soglia di emissioni di 200gCO2/KWh. Condizioni considerate non sufficienti dalle Ong ambientaliste, che hanno minacciato di uscire dalla piattaforma per la finanza sostenibile, e ritenute troppo stringenti dai paesi dell’Europa centro-orientale.
La Commissione ha quindi deciso di stralciare la produzione di energia da gas per affrontarla in un successivo provvedimento insieme al nucleare. Un provvedimento che se fosse un atto legislativo vero e proprio richiederebbe anni per essere approvato e dovrebbe basarsi su un compromesso tra la Francia, sostenitrice dell’atomo, e la Germania, che ha avviato la denuclearizzazione e che proprio per questo ha bisogno di completare il gasdotto Nord Stream 2 dalla Russia.
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