Il Just Transition Fund, con cui la Commissione europea prevede nei prossimi anni si possano mobilitare quasi 5 miliardi di finanziamenti pubblici e privati per l'Italia, "avrà un effetto positivo marginale sul cambiamento strutturale, ma può funzionare per progettare, governare e attuare piani territoriali per una giusta transizione e applicare un'acquisizione di fondi strategica orientata allo scopo". E’ quanto emerge da un documento di analisi di ESPON, programma studi specializzato in analisi delle politiche regionali.
La ricerca mette in evidenza come l’impatto della eliminazione graduale del carbone dal mix energetico possa variare sostanzialmente secondo la regione. Indica che per moltiplicare i benefici potenziali del Fondo "saranno cruciali" le azioni locali per gli investimenti in ricerca e sviluppo, investimenti produttivi e incubazione di imprese e consulenza per la creazione e lo sviluppo di imprese. In altre parole, l’attivazione di una efficiente rete di sostegno per la nascita di una solida economia della conoscenza.
Ragionamento valido soprattutto per le Regioni dell’Italia meridionale e insulare, che l’analisi colloca tra quelle “meno competitive e con una bassa incidenza di economia della conoscenza”. Le azioni a livello locale, prosegue il documento ESPON, dovranno essere “equilibrate” secondo i contesti territoriali, soprattutto per quanto riguarda la dimensione degli investimenti di capitale in R&S in rapporto all'innovazione “open”, e le misure di riduzione del rischio e dell'incertezza del fare impresa.
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