La società civile fa fronte comune contro le applicazioni per il riconoscimento facciale. Una serie di associazioni (Privacy International, Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights, Homo Digitalis e noyb) da Italia, Francia, Austria, Grecia e Regno Unito hanno presentato reclami legali contro la società statunitense Clearview, che vende la propria applicazione e il proprio database a società private e forze dell'ordine.
Le associazioni sostengono che la pratica di Clearview di scandagliare Internet alla ricerca di immagini di persone per utilizzarle per costruire un database biometrico è illegale. "Estrarre le nostre caratteristiche facciali uniche o persino condividerle con la polizia e altre società va ben oltre ciò che potremmo mai aspettarci come utenti online", ha detto l'avvocato del gruppo britannico Privacy International, Ioannis Kouvakas. "Le autorità per la protezione dei dati devono agire e impedire a Clearview e organizzazioni simili di recuperare i dati personali dei residenti nell'Ue", ha aggiunto il collega di noyb Alan Dahi, associazione europea con sede in Austria.
Clearview AI sostiene che la sua tecnologia non è attualmente disponibile nell'Ue, ma è sotto la lente delle autorità europee per la protezione dei dati a causa dei test della sua tecnologia da parte delle forze dell'ordine. Nel febbraio scorso, ad esempio, le forze dell'ordine svedesi sono state multate per 250mila euro per aver usato l'applicazione in modo illeagale.
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