Azzerare i sussidi pubblici ai combustibili fossili. O quanto meno razionalizzarli a livello Ue, legandoli all'effettivo contenuto di CO2, in modo da entrare in risonanza con l'estensione dell’Ets ai trasporti e creare un forte driver per l’aumento del prezzo del carbonio. Lo chiedono le quasi 50 imprese e Ong che hanno fatto partire la campagna Stop Fossil Fuel Subsidies.
Nell'ambito del pacchetto clima di luglio la Commissione presenterà una bozza di nuova direttiva per la tassazione dell’energia. La legislazione attuale risale al 2003 e già una volta, nel 2011-15, la Commissione era stata costretta a ritirare una proposta di riforma del sistema per l’opposizione di alcuni Stati. Si tratta di una materia fiscale, quindi per approvare un nuovo quadro normativo all’Esecutivo Ue serve l’appoggio dell'unanimità del Consiglio.
"Stavolta è diverso – spiega Eli Gunduzyeli del Climate Action Network – la normativa attuale è davvero troppo vecchia, non dà risposte per esempio sull'idrogeno, e i governi si rendono conto che hanno bisogno di nuove entrate fiscali, e questo è vero in Europa ma anche negli Stati Uniti". Ad ora, "c’è una profonda incoerenza tra i sistemi fiscali e strumenti come l’Ets – dice Tim Gore dello IEEP – per questo sarebbe importante che nel pacchetto di luglio la Commissione colga l’occasione per un allineamento delle due normative prevedendo che la tassazione dell’energia sia legata all’effettivo contenuto di CO2 dei prodotti energetici su cui insiste”.
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