Minimo impatto sulla competitività della produzione automobilistica europea, equità, burocrazia 'leggera' e attenzione alle ritorsioni da parte dei partner commerciali dell'Ue. Sono tutte le condizioni che una tassa per la CO2 alle frontiere dovrebbe rispettare secondo una nota dell'Acea, l'associazione europea dei produttori di automobili.
Un meccanismo Ue per l'adeguamento del prezzo della CO2 alle frontiere, cioè un "dazio" alle importazioni di alcuni prodotti da paesi con politiche meno rigorose sul clima è prevista come "risorsa propria" con cui l'Ue ripagherà i debiti del Next Generation EU.
Dalle anticipazioni circolate in queste settimane, si sa che lo strumento sarà limitato a acciaio, cemento, produzione di energia e fertilizzanti, implicherà un lungo periodo di graduale eliminazione delle quote gratuite del sistema Ets e dovrebbe basarsi su controlli piuttosto complessi per le merci in entrata. La Commissione europea presenterà ufficialmente il meccanismo come parte del pacchetto di luglio sul clima, con altre undici proposte legislative.
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