"La Commissione si aspetta che gli Stati membri seguano gli orientamenti" per l'attuazione della direttiva sulla plastica monouso. Lo chiarisce la portavoce della Commissione europea Vivian Loonela in riferimento alle critiche che dall'Italia, ma anche da associazioni di categoria e Ong, sono piovute sulle linee guida per l'applicazione delle nuove norme Ue sulla plastica.
In Italia i ministri Cingolani e Giorgetti hanno già espresso riserve sul documento, che indica quali prodotti saranno - a partire dal 3 luglio - obiettivo delle misure previste dalla direttiva. Ma per Bruxelles le linee guida vanno applicate integralmente. "Se uno Stato membro non recepisce la legislazione dell'Ue in tempo o correttamente – prosegue Loonela – la Commissione avvia un dialogo e cerca di assisterlo nell'attuazione della normativa". "Se la violazione persiste", conclude, l'Esecutivo Ue "può avviare una procedura di infrazione".
Sulla controversia per tazze e bicchieri di carta plastificata o con film plastico, che secondo le linee guida dovranno subire una riduzione dei consumi, un compromesso potrebbe essere trovato nell'atto di esecuzione sul metodo di calcolo della riduzione, attualmente in preparazione a Bruxelles. Commissione e Stati membri discutono se, ai fini del taglio dei consumi, considerare il prodotto preso integralmente oppure il peso della plastica in esso impiegata, con la seconda soluzione che potrebbe essere di interesse dell'Italia.
Circa le divergenze sull'equiparazione delle plastiche biodegradabili alle plastiche convenzionali, la faccenda avrà tempi più lunghi. E parte da più lontano, nel senso che la questione è già affrontata nel testo della direttiva. L'equiparazione non riguarda prodotti come i sacchetti di plastica usati per il compost, ma le stoviglie monouso, che saranno proibite, sono il traino (+116% di fatturato dal 2019 al 2020) delle bioplastiche made in Italy. In un incontro con i giornalisti italiani gli esperti della Commissione hanno spiegato che non esistono al momento standard tecnici condivisi per certificare la biodegradabilità dei prodotti nell'ambiente marino a differenti condizioni ambientali e di profondità. La revisione della direttiva nel 2027, hanno assicurato, terrà conto dei progressi scientifici e tecnici sui criteri di biodegradabilità.
Infine, circa le critiche delle Ong come ClientEarth e Rethink Plastic Alliance sull'esenzione dalle restrizioni di salviettine umide e cellophane, la Commissione ha precisato che sono esclusi dalla direttiva i polimeri naturali non modificati chimicamente. Questo vale per cellulosa rigenerata come viscosa, lyocell (nota anche come tencel) e film cellulosico. Alcuni di questi prodotti subiscono modificazione chimica. Dopo consultazioni con imprese e Stati membri, però, la Commissione ha deciso di interpretare questo aspetto prendendo in considerazione solo la differenza tra il polimero in entrata e quello risultante, prescindendo da eventuali alterazioni che hanno luogo durante il processo di produzione.
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