La nuova direttiva sulle energie rinnovabili sarà un aggiornamento ai nuovi obiettivi clima 2030 più che una rivoluzione, alzerà i target ma li manterrà a livello Ue come oggi e non per Stato membro, con le novità principali attese su trasporti ed edifici. E’ emerso da un incontro organizzato dalla Dg Energia della Commissione europea con giornalisti di tutta Europa.
Con i piani nazionali per l'energia e clima presentati dagli Stati membri "prevediamo di raggiungere una quota del 33% di rinnovabili entro il 2030", ha detto la commissaria all’energia Kadri Simson partecipando all’evento. "Siamo già oltre l'obiettivo di almeno il 32%, fissato nella direttiva esistente – ha puntualizzato – per arrivare al 55% in meno di emissioni, dobbiamo fare di più”. Il nuovo target rinnovabili dovrebbe essere tra il 38 e il 40%, come indicato dal Climate target plan.
La nuova direttiva dovrebbe poi includere disposizioni per facilitare l’integrazione delle energie da rinnovabili nella rete e rivedere la definizione delle bioenergie come fonti rinnovabili. "Ma dobbiamo anche considerare le aree in cui i progressi sono lenti", ha ricordato Simson. Vale a dire edilizia e trasporti. "La direttiva avrà un ruolo importante” per quanto riguarda “il riscaldamento e il raffrescamento”, un’area in cui “dobbiamo vedere un maggiore allontanamento dai combustibili fossili”, ha detto la commissaria, che aggiunge “ci occuperemo anche dell'impronta di carbonio degli edifici attraverso le norme sull'efficienza energetica, le modifiche al sistema di scambio di emissioni e le revisioni al rendimento energetico della direttiva edilizia”. Quest’ultima arriverà prima della fine dell’anno.
La direttiva efficienza su cui Simson ha competenza diretta, invece, sarà nel pacchetto di luglio. “Il nostro obiettivo sarà quello di facilitare gli investimenti, rimuovere i colli di bottiglia e incoraggiare l'innovazione – ha detto Simson – stiamo valutando se possiamo ottenere di più dall'obbligo di risparmio energetico annuale, che ha funzionato particolarmente bene nell'attuale direttiva, dall'innalzamento dei requisiti per gli edifici pubblici e dalla modifica delle regole per gli audit energetici e i sistemi di gestione dell'energia”.
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