Il flusso di dati transfrontaliero nei prossimi dieci anni potrebbe valere o costare due trilioni di euro per l'Unione europea. Tanto quanto il valore annuo dell'economia italiana. Tutto dipenderà dalle scelte geopolitiche che farà. A dirlo è uno studio condotto da Frontier Economics e commissionato da DigitalEurope, l’organizzazione europea che rappresenta l’industria tecnologica digitale.
"L’Europa si trova a un bivio" e deve scegliere tra "stabilire un quadro giusto per facilitare i flussi, vitali per il successo economico, e vincere il Decennio Digitale", oppure "seguire la sua tendenza attuale e passare al protezionismo dei dati, perdendo", ha sottolineato la direttrice generale di DigitalEurope, Cecilia Bonefeld-Dahl. Se l'Unione si darà un nuovo quadro adeguato, potrebbe guadagnare 720 miliardi di euro in crescita e 60 miliardi di euro in esportazioni annuali in più entro il 2030, favorendo anche la creazione di 700mila nuovi posti di lavoro per la gran parte altamente qualificati. Al contrario, il rischio è quello di perdere 2 trilioni di euro, privandosi di 1,3 trilioni in crescita economica (all'incirca il valore annuale dell'economia spagnola) e di 116 miliardi in esportazioni annue (l'equivalente delle esportazioni della Svezia al di fuori dell’Ue).
"La crescita dell’economia digitale e il successo delle aziende europee dipendono dalla capacità di trasferire dati. Questo è particolarmente vero se si considera che già nel 2024 si prevede che l'85% della crescita del Pil mondiale proverrà da Paesi terzi al di fuori dell'Ue", si legge nello studio, che evidenzia anche come "le restrizioni ai flussi di dati transfrontalieri interessano aziende di ogni dimensione e settore". In termini assoluti, è il settore manifatturiero europeo a rischiare di perdere di più e - si legge ancora - "poiché le Pmi rappresentano quasi un quarto di tutti i beni esportati dall'Ue" saranno loro a risentirne "pesantemente". Altri settori, come i media e la cultura, sono tra i più colpiti in termini relativi, perdendo circa il 10% delle loro esportazioni.
"La nostra analisi mostra che le conseguenze delle decisioni" dell'Ue in materia "avranno un enorme impatto sulle esportazioni, sull'occupazione e sulla crescita e definiranno in definitiva se l'Europa può raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi industriali e digitali", ha aggiunto Bonefeld-Dahl, invitando le istituzioni comunitarie a "utilizzare i meccanismi del Regolamento europeo per la protezione dei dati per facilitare e non ostacolare i flussi di dati internazionali", lavorando a un accordo al Wto basato su regole comuni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA