La Ue rischia di perdere tra i 231.097 e i 275.287 milioni di euro in termini di Pil nel 2030, se non interverrà sulla responsabilità derivante dall'uso di tecnologie AI e sulla protezione degli utenti dell'AI relativamente al trasporto su strada. Lo rivela uno studio del Parlamento europeo che valuta l'impatto dell'azione legislativa europea sull'AI nel settore dei trasporti stradali. In particolare, la ricerca prende in considerazione tre diversi scenari. Nel primo, il quadro legislativo resta immutato: questo scenario consente un certo grado di sviluppo dell'AI e di sicurezza fisica, senza tralasciare alcuni aspetti della sicurezza informatica come il cloud computing.
L'economia dell'Ue avrebbe un tasso di crescita annuo del Pil tra il 2020 e il 2030 del 3,04%, con una crescita dei consumi privati pari al 3.07%, mentre l'occupazione sarebbe leggermente superiore allo 0,2%. L'impiego dell'AI avrebbe un impatto negativo sui posti di lavoro in settori quali l'agricoltura e l'edilizia, tradizionalmente ad alta intensità di lavoro, mentre i trasporti sono l'unica area in cui si vedrebbero aumenti sostanziali dell'occupazione. Nel secondo scenario, l'Ue procede ad un'armonizzazione delle norme sulla responsabilità derivante dall'uso dell'AI nel trasporto su strada, creando condizioni di parità per i produttori di AI ed aumentando anche la fiducia dei cittadini in questa tecnologia. In tal caso la crescita del Pil sarebbe dell'1,49% in più rispetto al primo scenario (231.097 milioni di euro in termini assoluti). L'impatto sarebbe ancor più rilevante sull'occupazione che aumenterebbe del 2,48% rispetto al primo scenario, pari a 5.181 posti di lavoro in più. Nel terzo caso, una versione rafforzata ed estesa del secondo, l'Ue garantisce una maggiore sicurezza degli utenti dell'AI e della protezione dei dati personali, e rafforza i requisiti di trasparenza dei produttori di AI. Lo scostamento del Pil e dell'occupazione sarebbe rispettivamente dell'1,77% e del 2,94% rispetto al primo scenario. Un vantaggio che si tradurrebbe con 275.287 milioni di euro aggiuntivi in termini di Pil e 6,147 nuovi posti di lavoro.
Potenzialità e rischi dello sviluppo dell’intelligenza artificiale nel settore dei trasporti sono stati anche al centro del dibattito dell’audizione congiunta organizzata dalla commissione speciale sull'AI nell'era digitale (Aida) e dal quella per i trasporti (Tran) al Parlamento europeo.
La vicepresidente della commissione Aida Miapetra Kumpula-Natri (S&D) ha sottolineato le “enormi opportunità nell’AI” che cambierà notevolmente il settore trasporti, “un aspetto cruciale nelle nostre vite”. L’ottimizzazione dei flussi di traffico, ad esempio, rappresenta “un chiaro passo in avanti verso una società più verde ed efficiente”, osserva l’eurodeputata, esortando l’Ue ad avere un ruolo attivo in questa “trasformazione attraverso l'innovazione e i finanziamenti”.
Per la presidente della commissione Tran, Karima Delli (Verdi) l’impiego dell’AI potrebbe avere ricadute sull’ambiente di segno contrario: da un lato, avrebbe l’effetto di “ridurre la congestione del traffico e la proprietà di auto private”, facendo diminuire le emissioni di gas serra. Dall’altro, c’è il rischio che i veicoli autonomi rendano “più attraente il viaggio in auto”, aumentando così “gli spostamenti in auto anziché con i mezzi pubblici, le biciclette o a piedi”.
Uno studio del Parlamento europeo ha evidenziato come i trasporti siano uno dei settori in cui le tecnologie AI si stanno diffondendo più rapidamente. I sistemi di AI possono rilevare modelli da una grande mole di dati e trovare soluzioni complesse che consentono una maggiore efficienza nel processo decisionale e una migliore allocazione delle risorse. La più grande trasformazione nel settore, ancora da venire, sarebbe l'implementazione e l'adozione di veicoli autonomi e sistemi avanzati di gestione del traffico.
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