Nonostante l’aggiornamento degli obiettivi clima al 2030 e al 2050 l'Ue non è in linea con un percorso di riduzione di emissioni tale da mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5°, come indicato dall'Accordo di Parigi. Sono le conclusioni dell'ultima edizione del rapporto di Climate Transparency sui paesi del G20.
Tra gli Stati che sono più a rischio climatico, l'Italia è terza tra i paesi del G20, riporta l'indice creato da Climate Transparency per misurare i potenziali impatti dei cambiamenti climatici su economia e società.
Nei diversi piani nazionali per l’adattamento, l’analisi evidenzia un deficit di iniziative previste sulla ricerca e l’educazione e sulla finanza e le assicurazioni.
Va meglio dal punto di vista della riduzione delle emissioni. Le emissioni dell'Italia (escluso gli assorbimenti da uso del suolo) sono diminuite del 17% tra il 1990 e il 2018, hanno raggiunto il picco nel 2005 e hanno oscillato negli anni successivi, prima di iniziare a diminuire in modo più costante dal 2011 in poi. Le proiezioni attuali mostrano che nel 2050 le emissioni dell'Italia saranno il 64% al di sotto dei livelli del 1990. L’Italia viene classificata come paese pioniere nella dismissione delle centrali a carbone, e ha una performance media nelle rinnovabili.
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