Da una bozza inziale di poche righe e tre raccomandazioni a un documento conclusivo di una pagina e quattro raccomandazioni, l'atteso dibattito dei leader dell'Ue sul caro prezzi dell'energia è stato teso e lungo. Ma non cambia le linee di intervento già tracciate dalla Commissione europea nella sua Comunicazione in risposta all'aumento dei prezzi dell'energia. La ricetta a breve termine spetta agli Stati, a dicembre proposta su stoccaggio comune per il gas, si deve ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e proteggere le fasce di popolazione più deboli con il pacchetto clima 2030.
Il dibattito è durato 4 ore e ha riproposto la spaccatura tra i paesi che chiedono esplicitamente di cambiare le regole del mercato dell’energia (Europa orientale senza le repubbliche baltiche, Francia e Spagna) fissate tre anni fa, e quelli (Olanda, Germania e altri Stati del nord Europa) che invece hanno fiducia nel funzionamento del mercato e molta meno sugli interventi dei governi.
Nella parte riservata all'energia del documento finale, i paesi "interventisti", con Repubblica Ceca e Ungheria particolarmente ostili all'Ets, ottengono l'aggiunta di un paragrafo su uno studio del "funzionamento dei mercati del gas e dell'elettricità, nonché il mercato EU ETS, con l'aiuto dell'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma)", a caccia di speculatori.
Analisi già prevista dalla Comunicazione della Commissione, nonostante già oggi l’Esma compia questo tipo di monitoraggio. Dagli ultimi dati, ricorda la Commissione, risulta che il 90% delle posizioni nell'Ue-Ets "sono detenute da entità soggette agli obblighi di conformità nell'ambito del sistema EU-ETS e da banche", che servono perché "aumentano la liquidità, riducendo la pressione sui prezzi".
Secondo fonti Ue, il premier italiano Mario Draghi ha invitato a "fare in fretta" e presentare al più presto una bozza di regolamento per lo stoccaggio del gas. La Commissione, come ribadito anche da Ursula von der Leyen nel dibattito con i leader, apre alle riserve comuni di gas a condizione che l’adesione sia a titolo volontario a livello regionale.
Il documento sottoscritto dai leader si differenzia dalle bozze anche per il ripetuto riferimento alle "situazioni specifiche" degli Stati, anche questo voluto dai paesi dell'Est. La riunione straordinaria del Consiglio Energia del 26 ottobre 2021 "porterà immediatamente avanti questi lavori", si legge nel testo delle conclusioni e i leader dei Ventisette torneranno a discuterne in dicembre.
Le premesse non sono delle migliori, con l'Ungheria e gli altri paesi dell'Europa centro-orientale che legano esplicitamente il caro prezzi alle politiche climatiche Ue, e al contrasto tra paesi ricchi e povera senza lesinare metafore belliche. "La prima battaglia tra i due schieramenti si è conclusa con un pareggio - ha detto il primo ministro ungherese Vicktor Orbàn attraverso il suo portavoce Zoltan Kovacs - I ricchi paesi occidentali guidati da Timmermans vogliono mettere tasse extra su auto e case. Noi centroeuropei non ci tireremo indietro, proteggeremo la riduzione dei costi delle utenze. Continua a dicembre...".
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