Nel 2020, le emissioni di gas a effetto serra dell'Ue (compreso il trasporto aereo internazionale) sono diminuite del 31% rispetto al 1990, e del 34% se si considera l’assorbimento di suoli e foreste. Il target di riduzione del 20%, fissato nella Strategia 20-20-20, è ampiamente superato. Il risultato è però condizionato dal crollo del 10% delle emissioni registrato tra il 2019 e il 2020 a causa dell'impatto della pandemia sui consumi di energia. Sono i dati del rapporto annuale sullo Stato dell’Unione dell’Energia.
Nel 2020, per la prima volta, le energie rinnovabili hanno superato i combustibili fossili come principale fonte di energia dell'Ue, totalizzando il 38% dell'elettricità, contro il 37 % dei combustibili fossili e il 25 % del nucleare. La Commissione stima che la quota di fonti energetiche rinnovabili nel mix energetico complessivo dell'Ue abbia raggiunto almeno il 22% - superando il 20% obiettivo della strategia 2020 – "sebbene alcuni Stati membri corrano il rischio di non raggiungere il loro obiettivo nazionale vincolante".
Il consumo primario di energia dell'Ue è diminuito dell'1,9 % e il consumo finale dello 0,6 % nel 2019 rispetto al 2018, ma aumenta la dipendenza dalle importazioni, dal 58,2% al 60 ,6%, il livello più alto degli ultimi 30 anni. Nel 2000 era al 56%.
Il calo dei sussidi ai combustibili fossili, a 52 miliardi di euro nel 2020 dai 56 miliardi del 2019, è ascrivibile al calo dei consumi a causa delle restrizioni legate al COVID-19. Se gli Stati membri non intervengono a ridurli, è probabile che i le sovvenzioni alle fonti fossili tornino ai livelli del 2018 con la ripresa dell'attività economica. La Commissione dedica un'Appendice del rapporto sull'Unione dell'energia proprio ai sussidi, con documenti di accompagnamento sull'azione climatica, il mercato del carbonio e la qualità dei carburanti.
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