Dei 28,4 miliardi di sussidi all’energia 2019 l'Italia ha assegnato più di 14 miliardi alle fonti rinnovabili e circa la metà (7mld) alle fonti fossili. Emerge dall'Appendice al rapporto annuale sullo stato dell'Unione dell'energia, dedicata proprio ai sussidi all'energia. La Commissione europea stima che la spesa dell'Italia a sostegno delle rinnovabili sia, in riferimento al Pil, tra quelle che aiutano la transizione ecologica.
La Lettonia ha speso quasi il 2% del Pil in sussidi all’efficienza energetica nel 2019. La Germania ha speso circa lo 0,9% del Pil per le rinnovabili, seguita da Bulgaria, Grecia, Italia, Repubblica Ceca e Spagna con lo 0,8%. Altri paesi, sottolinea il rapporto, tendono ancora a sovvenzionare di più i combustibili fossili rispetto alle misure che incentivano la transizione verde. L'Ungheria e la Bulgaria, per esempio, hanno speso più dell'1% del loro Pil per finanziare i combustibili fossili, e in Grecia e Belgio questa quota è vicina all'1%. "Scoraggiante per l'aspetto della transizione verde", conclude la Commissione europea.
Nell’Ue negli ultimi cinque anni più del 40% del totale dei sussidi energetici è stato destinato alle fonti rinnovabili, in aumento di 6 miliardi di euro (+8%) nel 2019 rispetto al 2015 e nel 2020 sono diminuiti solo leggermente. Nello stesso periodo le sovvenzioni ai combustibili fossili sono cresciute di 2 miliardi di euro (+4%), mentre nel 2020 si stimava fossero diminuite di 4 miliardi di euro (-7%) rispetto al 2019, a causa del minore consumo di combustibili fossili, principalmente nel settore dei trasporti.
I sussidi per l'energia elettrica sono rimasti stabili tra il 2015 e il 2019, mentre i sussidi per "tutte le energie" (fonti energetiche multiple o misure non direttamente attribuibili ai prodotti energetici, come quelle per l'efficienza) sono aumentati di 5 miliardi di euro (+25%) e cresciuti ulteriormente nel 2020.
I sussidi per l'energia nucleare sono rimasti stabili nel periodo 2015-2019, ad un livello compreso tra il 2% e il 4% del totale dei sussidi energetici. Nel 2020 sono stati erogati ulteriori 2,7 miliardi di euro per l'entrata in vigore di nuovi strumenti di compensazione per la chiusura anticipata e lo smantellamento degli impianti nucleari, principalmente in Germania e Francia. Il rapporto indica che nei prossimi anni è logico aspettarsi un aumento dei sussidi a fossili (carbone e lignite) e nucleare, per la annunciata chiusura degli impianti, soprattutto in Germania.
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