Entrano nel vivo le trattative interistituzionali sulla proposta di legge della Commissione Ue per regolare l'uso dell'intelligenza artificiale (AI Act). Mentre il Parlamento Ue si è finora concentrato sugli aspetti che riguardano i diritti fondamentali, chiedendo un divieto totale sul riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, il Consiglio è molto più impegnato nel promuovere l'uso della tecnologia a favore dell'industria e delle forze dell'ordine.
Le restrizioni contenute nella proposta di Bruxelles sull'uso del riconoscimento facciale hanno irritato alcuni ministeri degli interni di dieci Stati membri, che la considerano essenziale per affrontare la criminalità e il terrorismo. Francia, Germania, Repubblica Ceca, Ungheria e Svezia hanno sottolineato che il disegno di legge non dovrebbe interferire con il lavoro delle forze dell'ordine.
Più in generale, una decina di Stati membri, tra cui l'Italia, hanno criticato l'ambito di applicazione della legge sull'IA in quanto troppo ampio, sostenendo che così com'è rischia di soffocare l'innovazione. Sostengono che l'attuale definizione limiterebbe, ad esempio, i semplici sistemi statistici e, a sua volta, soffocherebbe l'innovazione.
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