Una strategia di lungo periodo che preveda la riconversione dello stabilimento di Taranto al gas naturale nella fase di transizione per arrivare alla decarbonizzazione con l'idrogeno verde. E' la proposta elaborata in un rapporto del think tank ECCO per salvare la produzione siderurgica primaria (non di riciclo) nazionale, riducendo drasticamente l'impatto ambientale e le emissioni di gas serra.
Secondo gli autori del rapporto, "le particolari circostanze storiche offrono la possibilità perché il sito di Taranto possa rappresentare un progetto 'faro' dell'acciaio verde in Europa e nel mondo". La tecnologia individuata per raggiungere la completa decarbonizzazione del processo produttivo nel lungo periodo è la DRI (Direct Reduced Iron). Un processo in cui la riduzione del minerale ferroso (necessaria alla fabbricazione dell'acciaio) avviene in maniera diretta, senza il passaggio del metallo allo stato liquido.
Secondo l'analisi di ECCO, per la riconversione dello stabilimento da altoforni a carbone a DRI a gas naturale serve un investimento di 2,5 miliardi di euro. Il traguardo finale prevede l’impiego di idrogeno verde. I costi di quest’ultima fase al momento sono alti, ma dal 2030 – si legge nel rapporto - è prevista una loro diminuzione (da 8,2 – 8,9 a 5,5 – 6,2 miliardi di euro). Il tutto, sottolineano gli autori, richiede una “strategia nazionale di lungo periodo, di fatto l’unica percorribile per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA