Le banche europee non sono pronte a operare con la bussola dell’Accordo di Parigi. E' il responso di un'analisi della Banca centrale europea che ha valutato lo stato della gestione dei rischi legati al clima e all'ambiente nel settore bancario. Conclusione: delle 112 banche supervisionate dalla Bce "solo una manciata di esse" menziona una pianificazione in corso per orientare i propri portafogli su una traiettoria compatibile con l'Accordo di Parigi.
Meno della metà, si sottolinea nel rapporto, ha adottato misure per adeguare la propria attività. Va meglio sul fronte del rischio climatico, con due terzi delle banche che hanno integrato una qualche forma di valutazione di questo rischio quando fanno credito. Ma la grande maggioranza non ha piani concreti per l'eliminazione graduale degli investimenti esistenti nei combustibili fossili.
"Le banche hanno urgente bisogno di fissare obiettivi e tempistiche ambiziose e concrete per mitigare la loro esposizione ai rischi attuali e futuri" di tipo climatico e ambientale, si legge, "e il momento di agire è adesso". Secondo stime della stessa Bce il 2021 è stato uno degli anni più costosi per gli eventi meteorologici estremi. Ma i rischi, sottolinea la Bce, sono anche "di transizione", relativi a tutti gli investimenti e gli asset delle banche che potrebbero perdere valore con il passaggio a un sistema energetico meno dipendente dalle fonti fossili.
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