Il nuovo Governo a semaforo (Socialisti, Verdi e Liberali) della Germania, che chiude 16 anni di dominio Cdu-Csu a Berlino, accelera l'uscita dal carbone, salva il gasdotto Nord Stream 2 e invita a evitare fughe in avanti sul meccanismo per l'adeguamento del prezzo della CO2 alle frontiere (CBAM). A mettere in fila gli elementi principali del capitolo energia e clima del programma dell'secutivo che sarà guidato da Olaf Scholz è Agorà Energiewende, il think tank tedesco per la transizione ecologica.
Gli obiettivi climatici generali rimangono gli stessi: -65% emissioni fino al 2030, neutralità climatica entro il 2045. Ma Scholz e i partner di governo vogliono anticipare "idealmente" al 2030 (invece del 2038) lo stop alle centrali a carbone, con il sostegno di un prezzo minimo nazionale di 60 euro la tonnellata per la CO2 e arrivare all’80% del fabbisogno elettrico lordo (680-750 TWh) soddisfatto da rinnovabili.
Nessun aumento è previsto per il prezzo nazionale della CO2 di trasporto su gomma e riscaldamento e tutto resta come nell’attuale percorso: 30 euro la tonnellata l'anno prossimo, 35 nel 2023, 45 l'anno dopo, per arrivare a 55 nel 2025 e, nel 2026, confluire nel nuovo ETS proposto dalla Commissione europea. A partire dal 2025 il riscaldamento delle nuove case dovrà essere prodotto con rinnovabili almeno per il 65%. Secondo gli esperti di Agorà "si tratta di un divieto indiretto di costruire prevedendo caldaie a gas o petrolio". Il target al 2030 è avere un riscaldamento al 50% "carbon neutral".
Un altro obiettivo ambizioso è avere di almeno 15 milioni di auto completamente elettriche nel 2030. Lo sviluppo dell'industria dell'idrogeno, oltre a interventi di policy specifici (contratti per differenza di carbonio, quote e appalti pubblici) sono centrali nella nuova strategia. Per quanto riguarda il controverso gasdotto Nord Stream 2, "il programma fa cenno al fatto che in questa fase spetta solo agli enti regolatori – spiegano gli esperti – quindi, se ne può dedurre che una volta che Gazprom si sarà conformata alle norme europee sulla separazione tra reti e fornitori il gasdotto potrà entrare in funzione".
Il programma, qualsiasi nuova capacità di generazione di energia alimentata a gas "deve essere costruita in modo che sia pronta per la conversione in idrogeno". E' un segnale nel dibattito sulla tassonomia, con una proposta diversa dalle ipotesi circolate finora, che sono fissare un tetto alle emissioni a 100gCO2e/KWh oppure etichettare la nuova capacità a gas come "transitoria" fino al 31 dicembre 2030.
Sulla carbon tax alle frontiere (CBAM), il sostegno di Berlino sarà condizionato al fatto che l'idea sia sviluppata in un "club" di paesi, per convergere con i principali partner commerciali sugli approcci migliori da adottare. Infine, come regola generale, Berlino dovrebbe tornare al rigore dei conti.
Ma se Next Generation EU è considerato uno strumento di finanziamento pubblico "limitato nel tempo e nelle dimensioni" - sottolineano gli esperti di Agorà Energiewende - la domanda su come proseguirà il sostegno dell'Ue agli investimenti per il clima dopo il 2026 porta dritta a un impegno esplicito a "sviluppare ulteriormente il Patto di stabilità Ue", in particolare per quanto riguarda gli "obiettivi climatici". Insomma, la "golden rule" per gli investimenti verdi potrebbe essere un'idea che piace anche alla Germania.
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